Nel 1937 il Genoa pareggia con l’Admira in Coppa Europa

Nel 1937 il Genoa pareggia con l’Admira a Vienna. Per quella partita di Coppa Europa il mitico Prater si riempì di 45mila spettatori. Quel giorno Garbutt schierò Bacigalupo, Agosteo, Vignolini, Morselli, Bigogno, Figliola, Arcari III, Perazzolo, Servetti, Scarabello e Marchionneschi. Il Genoa resiste sullo 0 a 0 fino alla fine del primo tempo, ma in […]


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Nel 1937 il Genoa pareggia con l’Admira a Vienna. Per quella partita di Coppa Europa il mitico Prater si riempì di 45mila spettatori. Quel giorno Garbutt schierò Bacigalupo, Agosteo, Vignolini, Morselli, Bigogno, Figliola, Arcari III, Perazzolo, Servetti, Scarabello e Marchionneschi. Il Genoa resiste sullo 0 a 0 fino alla fine del primo tempo, ma in inizio di ripresa, l’Admira va in gol con Schilling al 56′. La squadra rossoblu, che ha giocatori molto forti caratterialmente oltre che di gran classe, reagisce e si butta in avanti, aggredendo gli austriaci. Al 72′ riesce a pareggiare con Marchionneschi,  poi continua ad attaccare cercando la vittoria, perchè questa è la sua mentalità: giocare sempre per vincere. L’idea di difendere il pareggio non ha cittadinanza nel calcio d’anteguerra e il Genoa, che possiede matrice inglese, è più che mai una squadra d’attacco. A dieci minuti dalla fine arriva, meritatissimo, il gol dell’uruguagio Servetti: 2 reti a 1 per il Grifone. Tuttavia è proprio da questo momento che la partita degenera in scorrettezze continue. Difficile ricostruire puntualmente i fatti poiché molti dettagli sono diversi nelle diverse versioni conosciute, ma la sostanza é che i giocatori in campo se le son date di santa ragione. Non solo, ma anche i tifosi viennesi hanno partecipato ai pestaggi. L’Admira non accetta la sconfitta: è anch’essa, come il Genoa, una squadra forte e orgogliosa, attacca e picchia incitata a gran voce dai tifosi ma il Genoa, che nel combattimento si esalta, non si tira di certo indietro e risponde colpo su colpo a muso duro finché Agosteo va un pò oltre e stende Schilling con una cartella in piena faccia. Immediata l’espulsione e Genoa in dieci all’83’. Due minuti dopo Morselli agguanta per la maglia un giocatore avversario  in piena area, rigore per l’Admira che pareggia col difensore Schall. E’ la goccia che fa traboccare il vaso, adesso sono i rossoblu a non starci, poiché si sentono vittime di una persecuzione arbitrale: un espulso e un rigore contro in soli due minuti dopo essere passati in vantaggio mentre nessun provvedimento è stato preso nei confronti degli avversari che picchiano come ferrai. Boccone troppo indigesto da mandar giù e l’incontro degenera per eccesso di scorrettezze. L’arbitro Ivancsics prima sospende la partita, poi fischia la fine in anticipo di svariati minuti. Figliola, che più di altri ritiene di avere dei conti da regolare, appena udito il triplice fischio di chiusura si avventa immediatamente su un giocatore viennese e tra i due finisce a botte. Subito intorno a loro scoppia una rissa gigantesca, alla quale partecipa  anche un raccattapalle armato di un sifone da seltz. Tra i rossoblu i più attivi sono Genta, Vignolini, Bigogno e Figliola, che si battono alla grande. Intervengono persino gli spettatori, la rissa si allarga e tornano a galla anche antiche ruggini di stampo politico tra italiani e austriaci. I giocatori del Genoa mostrano un coraggio da leoni a battersi in un ambiente così ostile, dove sono sovrastati anche numericamente. Circondati dai giocatori e dai tifosi dell’Admira, non si tirano indietro, ne prendono e ne danno, a viso aperto e a muso duro; hanno carattere e grinta, sono dei veri ‘grifoni’. Scarabello viene steso con un uppercut, Figliola e Vignolini mettono ko svariati spettatori ma poi finiscono a terra malmenati dalla folla, mentre il duro Morselli finisce con la mandibola fratturata e deve farsi ricoverare d’urgenza in un ospedale di Vienna. Alla sera, mentre in hotel si contano i feriti, il Genoa riceve la visita del ministro d’Italia a Vienna, incaricato dal governo italiano del non facile compito di migliorare le relazioni tra i due Paesi. Quando si riunirà, la Commissione speciale del Comitato Organizzatore deciderà di estromettere entrambe le Società dal prosieguo della Coppa: nessuna delle due andrà in Semifinale e a starne bene sarà la Lazio (la preferita del regime) che, dovendo incontrare la vincente tra Genoa e Admira, si troverà direttamente in finale.

 

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