Nel 1937 il Genoa batte la Juve a Torino

Nel 1937 il Genoa batte la Juventus a Torino. In quell’epoca il Genoa era forte e aveva mire di alta classifica, ma stentava a prendere un passo da primato. La trasferta in casa di una Juve entrata nella leggenda con la vittoria dei cinque scudetti consecutivi dal 1930 al ’35, fu una specie d’esame di […]


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Nel 1937 il Genoa batte la Juventus a Torino. In quell’epoca il Genoa era forte e aveva mire di alta classifica, ma stentava a prendere un passo da primato. La trasferta in casa di una Juve entrata nella leggenda con la vittoria dei cinque scudetti consecutivi dal 1930 al ’35, fu una specie d’esame di laurea per capre se la rosa di giocatori rossoblu potesse davvero far sognare una tifoseria da sempre abituata a lottare per vincere. Con la Juve poi c’erano vecchie ruggini e vecchi conti sempre aperti, la rivalità era ormai storica e i tifosi di conseguenza sentivano in particolar modo l’evento. Molta agitazione ma anche tanta speranza nel nuovo Genoa creato da Juan Claudio Culiolo: una squadra che, quasi per ribadire le intenzioni di voler volare alto, avrebbe messo qualche mese dopo e per la prima volta il Grifone (simbola della città) sulla storica maglia. Come sempre accade tra Juve e Genoa, partita combattuta metro per metro e alla metà del primo tempo i padroni di casa riescono ad andare in vantaggio con De Filippis. Ma il Genoa reagisce alla grande: c’è un calcio d’angolo per i rossoblu e Figliola, un uruguagio che sapeva giocare da centromediano e da mediano, capace di difendere e nello stesso tempo di alimentare il gioco d’attacco, si porta com’è solito fare in avanti; Marchionneschi batte un corner perfetto e Figliola, riga nei capelli e naso pronunciato, elevandosi su tutti, incorna di potenza e insacca la rete del pareggio, al 32′. Gol spettacoloso, da prima pagina, che galvanizza i giocatori ed esalta i genoani al seguito. Chiuso il primo tempo sul pareggio, il Grifone non si accontenta certo, la parola difendersi non esiste nel suo vocabolario. E’ squadra votata all’attacco e continua a dare battaglia per tutta la ripresa, fino a quando, a cinque minuti dalla fine, l’uruguagio Servetti  serve al classico Arcari III la palla del 2 a 1. Il risultato non cambia più e i rossoblu portano a casa la vittoria. Vincere a Torino in casa della Juve non è da tutti e ora i tifosi possono dirlo: il Genoa è di nuovo grande. 

 

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