Nel 1930 il Genoa pareggia in casa con il Modena

Nel 1930 il Genoa pareggia in casa con il Modena per 2-2. Nel 1927, dopo quindici anni, Mr. Garbutt aveva lasciato la squadra e il Genoa aveva perso l’ultimo legame di continuità col mito dei fondatori inglesi; Garbutt considerava il Grifone come una sua creatura e Genova una seconda patria. “Non sa più vincere” sembra […]


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Nel 1930 il Genoa pareggia in casa con il Modena per 2-2. Nel 1927, dopo quindici anni, Mr. Garbutt aveva lasciato la squadra e il Genoa aveva perso l’ultimo legame di continuità col mito dei fondatori inglesi; Garbutt considerava il Grifone come una sua creatura e Genova una seconda patria. “Non sa più vincere” sembra abbiano sentenziato certi dirigenti, come se la perdita dello scudetto del ’25 fosse stata colpa sua, ma non si può escludere che dietro la sua partenza possano esserci state anche implicazioni politiche, in quanto erano entrati in società dirigenti legati al regime fascista. L’allontanamento di Garbutt ebbe le sembianze di un delitto sportivo e la retrocessione che arriverà inaspettatamente nel ’34 avrà il sapore di un giusto castigo. Quando arriva il Modena in panchina c’è De Vecchi, che schiera in campo De Prà, Lombardo, Spigno, Barbieri, Albertoni, Parodi, Puerari, Bodini, Banchero, Ansaldo e Levratto. Giocatori che hanno vissuto la beffa di Milano nel 1925 e che da allora puntano a vincere il campionato per mettere a tacere lo spirito di rivalsa che brucia nel petto. La partita è velenosa, si apre con un gol del Modena e per tutto il primo tempo e buona parte della ripresa il Genoa attacca senza tregua, ma il pallone non vuole entrare. Gli avversari si difendono con ogni mezzo, la folla che assiepa il Ferraris spinge ed esalta i propri giocatori, ma sembra che non ci sia nulla da fare; si aspetta un gol che possa riaprire la partita, ma bisognerà aspettare fino al 71′, quando finalmente Banchero riuscirà con una prodezza ad annullare il vantaggio dei ‘canarini’. Passano solo dieci minuti e il gioco sembra fatto: Ansaldi va in gol, siamo a 2 reti a 1 a otto minuti dalla fine. Ma accade che l’ala sinistra del Modena Piccaluga tira a rete da posizione angolata e De Prà, ben piazzato, controlla il paletto alla sua destra mentre la palla, come aveva intuito, finisce sull’esternodella rete. Quello che De Prà non poteva intuire, e nemmeno lontanamente immaginare, è che il pallone, passando attraverso una maglia allentata della rete laterale finisse in porta e che l’arbitro Malagoli fischiasse il goal. Esultanza dei ‘canarini’, stupore dei genoani, la partita finisce sul 2 a 2. Dopo il gol fantasma del ’25 ne viene convalidato un altro contro il Genoa, un gol pesantissimo perchè toglie ai rossoblu un punto prezioso in un campionato che si concluderà sul filo dei due punti di differenza tra la capolista Ambrosiana e il Genoa al secondo posto. Per i tifosi questa partita rimarrà per anni un ricordo amaro, e ‘Arbitro Malagoli!’ suonerà per molto tempo nel catino di Marassi come il peggior insulto da rivolgere al signore col fischietto.

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