Nel 1914 il Genoa seppellisce l’Andrea Doria sotto 8 reti

Nel 1914 il Genoa seppellisce l’Andrea Doria sotto ben 8 reti. Preso atto della situazione d’avversione alla presenza di stranieri nel campionato italiano, i dirigenti del Genoa, in vista del campionato 1914/15, cambiarono decisamente rotta e presentarono una squadra con un unico inglese superstite, il fromboliere Walsingham. La rosa venne costruita bene ed era molto […]


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Nel 1914 il Genoa seppellisce l’Andrea Doria sotto ben 8 reti. Preso atto della situazione d’avversione alla presenza di stranieri nel campionato italiano, i dirigenti del Genoa, in vista del campionato 1914/15, cambiarono decisamente rotta e presentarono una squadra con un unico inglese superstite, il fromboliere Walsingham. La rosa venne costruita bene ed era molto forte: concluderà infatti il girone eliminatorio e quello di semifinale con 14 vittorie e 2 sole sconfitte su 16 partite totali, 86 reti fatte e solo 10 subite, per una media di 5 reti a partita. Aveva quindi le carte in regola per vincere quel campionato, dopo la lunga astinenza. L’arrivo dei fortissimi Sardi e Santamaria soffiati all’Andrea Doria creò una specie di guerra civile cittadina, rendendo ancora più incandescenti i rapporti tra le tifoserie delle due squadre. Vi fu addirittura una denuncia e una richiesta di radiazione nei confronti del Genoa, per aver violato la legge sul dilettantismo vigente in Italia. Quando arrivò il derby il Genoa era in testa alla classifica insieme alla forte Alessandria e l’A. Doria seguiva a soli tre punti di distacco. L’attesa fu spasmodica, i tifosi della Doria erano furiosi e aspettarono il Genoa sul loro campo, la terribile ‘Cajenna’ di via Clavarezza, reso ancora più terribile da una giornata di pioggia battente e da gelide raffiche di vento, per consumare una tremenda vendetta sportiva. Ma il Genoa s’era rafforzato proprio grazie a Sardi e Santamaria e per quella ragione i rivali cittadini s’erano indeboliti. Infatti, quando l’arbitro Gregori da inizio all’incontro, il Genoa va già in gol dopo 11 minuti con l’implacabile Walsingham, per raddoppiare al 32′ con l’ex Santamaria. L’azione è da manuale: De Vecchi imposta per Sardi che punta l’area bianco-blu e poi serve Santamaria, finta che inganna il portiere Cagnolaro e palla dentro. Per tutto il primo tempo l’Andrea Doria combatte con grande grinta, non si limita a difendersi ma cerca anche il gol, tuttavia senza impensierire troppo la forte difesa genoana. Nel secondo tempo l’Andrea Doria crolla, anche a seguito delle condizioni del terreno da gioco pesantissimo, battuto da una pioggia violenta e da un vento molto forte, che costringono i giocatori bianco-blu, meno dotati tecnicamente dei loro avversari, ad uno sforzo fisico tremendo. Dopo soli 4′ De Vecchi va a segno su rigore, e la partita non ha più storia: i rossoblu proseguono in scioltezza e infilano un gol dietro l’altro. Tra una rete e l’altra del Genoa, messe a segno da Traverso al 52′, da Mariani al 65′, da di nuovo Santamaria al 70′ e da Sardi al 72′, quattro giocatori dell’Andrea Doria, in preda alla stanchezza e allo sconforto, abbandonano in tempi diversi il campo da gioco. Così faranno, per motivi controversi (stanchezza, incidenti di gioco o impulso di reazione alla fortissima contestazione degli ex tifosi che li insultano al grido di ‘Traditori’) anche i due ex bianco-blu Sardi e Santamaria. Quando, all’80’ l’arbitro espelle Griffino, con la Doria ormai ridotta in sei, non può che fischiare anche la fine della partita che verrà archiviata col punteggio di 8 a 0 a favore dei rossoblu. Una partita davvero d’altri tempi, combattuta all’estremo delle forze nonostante il punteggio da goleada e resa epica da condizioni ambientali impossibili, in una giornata di freddo polare nella quale gli atleti in campo hanno dato tutto, sia sul piano fisico che su quello psicologico, finendo stremati. I padroni di casa, che per anni avevano cercato di opporsi al dominio del Genoa, finirono distrutti anche se con l’onore delle armi e dovettero rassegnarsi alla supremazia rossoblu. Il Genoa ne uscì invece ingigantito: aveva superato la tremenda prova della Cajenna, dov’era difficile per tutti salvare la pelle e adesso potrà finalmente vincere il settimo campionato.  

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