L’ultima di Milito al Genoa, che valse l’Europa

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Nella ripresa è tutto un altro Genoa. Al 47′ Gasp concede l’applauso scrosciante a Thiago Motta sostituito da Vanden Borre, poi è monologo Genoa: una pennellata partita dal sinistro di Criscito spacca la partita consentendomi anche di citare il buon Mimmo (altro pezzo importante del puzzle relativo alla storia recente del Grifone). Poi scatta l’ora x, con Milito in pole position: al 56′ compie una prodezza su servizio di Sculi (stop e girata, spalle alla porta), esattamente 10′ dopo invece mostra al mondo la sua freddezza sottoporta trafiggendo Rosati. Quota 24 raggiunta, Diego! Se Ibra non avesse segnato ancora a San Siro, lo scettro dei bomber l’avrebbe preso in mano lui. E l’anno successivo Zlatan verrà proprio sostituito dal Principe: tutto il resto, doppietta al Bayern compresa, è storia. E pazienza se aveva giurato che sarebbe tornato. Le dinamiche di mercato crearono un accostamento qualche stagione dopo, ma alla fine non se ne fece nulla. Meglio così, in fondo: le minestre riscaldate spesso non sono una buona idea. Ed è bello ricordarsi di Milito come quello del 2008-09. Una bellissima storia che il Calcio ha voluto regalare al popolo rossoblù, tenuto (una volta vista coi propri occhi) a divulgarla proprio come sto facendo io ora.

GENOA (3-4-3) – Scarpi; Papastathopoulos, Ferrari, Bocchetti (26′ st Mesto); Rossi, Milanetto, Motta (3′ st Vanden Borre), Criscito (33′ st Modesto); Sculli, Milito, Jankovic. (Rubinho, Parfait, Signorini, El Shaarawi). All: Gasperini

LECCE (4-4-2) – Rosati; Vives, Ingrosso, Esposito, Ariatti; Giacomazzi, Zanchetta (16′ st Stendardo), Edinho (20′ st Caserta), Basta; Konan (35′ st Cacia), Tiribocchi. (Petrachi, Benvenga, Mollestam, Janvier). All: De Canio