Correva l’anno 1904: il Genoa batte la Juve e vince il sesto campionato

Genoa-Juventus 1-0 (0-0) Genova 27 marzo 1904 GENOA: Spensley, Bugnion, Rossi P., Schoeller, Senft, Pasteur I, Salvadè, Goetzlof, Agar, Pasteur II, Pellerani. JUVENTUS: Durante, Bella, Mazzia, Varetti, Goccione, Donna, Ferraris I, Gibezzi, Streule, Forlano, Malvano Reti: Bugnion (G) 50’. Arbitro: Dobbie Settimo Campionato e settima finale per i leggendari “pionieri” rossoblù, che finora hanno perso […]


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Genoa-Juventus 1-0 (0-0)

Genova 27 marzo 1904

GENOA: Spensley, Bugnion, Rossi P., Schoeller, Senft, Pasteur I, Salvadè, Goetzlof, Agar, Pasteur II, Pellerani.

JUVENTUS: Durante, Bella, Mazzia, Varetti, Goccione, Donna, Ferraris I, Gibezzi, Streule, Forlano, Malvano

Reti: Bugnion (G) 50’.

Arbitro: Dobbie

Settimo Campionato e settima finale per i leggendari “pionieri” rossoblù, che finora hanno perso una sola finale nel 1901 contro il Milan dell’inglese Kiplin. Il Genoa contro la Juve prova a vincere il terzo campionato consecutivo, che gli permetterebbe di aggiudicarsi la grande e ambita Coppa d’argento triennale. E sarebbe la seconda volta, dopo i primi tre campionati vinti consecutivamente tra il 1898 e il 1900.

La domenica così attesa, per i giocatori e i dirigenti del Genoa inizia però con le solite consuete attività prima della partita. Appuntamento alle otto al campo di Ponte Carrega e poi tutti, con innaffiatoi e cordicelle al lavoro per tracciare le righe bianche del rettangolo da gioco e per delimitare il settore del pubblico.

E’ una specie di rito al termine del quale lo spazio sarà diviso tra giocatori in campo e spettatori al di là delle cordicelle.

Alle dieci arriva il carro con le sedie, che vengono disposte dagli stessi giocatori e dirigenti nella zona centrale a disposizione delle autorità e della classe alto borghese e aristocratica.

Poi a mezzogiorno tutti a colazione in un’osteria caratteristica vicino al campo di gioco, in attesa delle tre del pomeriggio, ora alla quale sarebbe iniziata la partita.

Grande la presenza del pubblico e scarsi i dati di cronaca.

Per l’occasione è stato istituito uno speciale servizio di tram con partenza da Piazza Corvetto, a testimonianza di un maggiore interesse del pubblico rispetto ai giornali, che continuano invece a mostrarsi tiepidi. Il Genoa conta ormai su un numero notevole di appassionati molto fedeli e particolarmente caldi, stimati dalla stampa in due-tremila unità. E intanto accanto al pubblico borghese-aristocratico dei primi anni, sta crescendo sempre più anche una componente popolare. La partita è molto equilibrata. La Juventus appare decisamente più forte di quella battuta per 3 a 0 nella finale dell’anno precedente. Pratica un buon gioco di squadra con passaggi precisi, ma lascia a desiderare sotto porta nelle conclusioni a rete, anche per la qualità del gioco difensivo del Genoa, che è molto elevata. Il gol della vittoria rossoblù viene segnato dal difensore Bugnion, uno svizzero di notevole prestanza fisica, che batte Durante con un proiettile sparato da 60 metri!

Una prodezza, che sarà ripetuta cinquantatre anni dopo nel 1957 da un altro difensore rossoblù, il “corsaro” Fosco Becattini di Sestri Levante, che a Torino sempre contro la Juve, sorprendendo il portiere fuori dai pali, metterà a segno una rete con un rinvio da 70 metri.

La Juve subìto il gol, attacca più decisa alla ricerca del pareggio ma il Genoa, che conta su una difesa fortissima, non si fa sorprendere. Gioca molto coperto e sfrutta la velocità di Agar per tenere in allarme la Juve con pericolosi contropiedi. Non vi saranno altre reti, ci sarà invece per il Genoa una nuova vittoria.

La Coppa d’argento messa in palio dallo stesso Presidente del Genoa Mr. Fawcus è vinta, e i “pionieri” possono cominciare a lasciare spazio ai giovani.

La loro parte l’hanno fatta alla grande vincendo sei campionati su sette. Ormai non fanno più storia, sono leggenda.

Tratto da

Franco Venturelli – “Genoa, una leggenda in 110 partite, storie di Genoa e di Genoani”

Nuova Editrice Genovese, anno 2011

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