UN TACCO DI CLASSE: classifica più che dignitosa per il Genoa, ma si può fare di più

Manca ancora qualcosa alla squadra di Juric: maggiore consapevolezza dei propri mezzi e non esultare troppo in certi frangenti, come contro il Milan


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Non c’era, domenica in tribuna, il presidente Enrico Preziosi. Meglio così: avrebbe espresso qualche perplessità sul Genoa. Niente di grave, per carità: solo la sensazione che, in questo momento, manchi qualcosa alla squadra di Juric.

Lo sosteneva anche uno degli ospiti tradizionali-vip della tribuna, il presidente dell’Ordine degli avvocati genovesi Alessandro Vaccaro (sarà fra non molto il numero uno degli legali italiani). E come lui erano convinti anche i tradizionali amici della tribuna, “a sinistra” di quella d’onore: il celebre commercialista Rosina, il professor Carbone, il sobrio Blondet, il presidente Arata, il professor Gatto junior.

Sia chiaro, ripetiamo: niente di grave, ma una certa delusione per il pareggio e per una mancata vittoria. Pensate: se avesse vinto, con i due-tre punti persi lungo questo primo percorso (Pescara ed Empoli), il Grifo sarebbe lassù insieme alla Lazio, considerata la “sorpresa” del campionato.

Dunque: che cosa manca ancora a questa squadra per essere una “buona” squadra? Innanzitutto una maggiore consapevolezza dei propri mezzi. Poi occorrerebbe un Juric che sapesse tenere “i piedi per terra” e non esultare troppo in certi momenti, come in occasione della vittoria sul Milan.

Infine: la possibilità di un buon recupero di quei giocatori di qualità, quali Ocampos, Lazovic, Ninkovic. E poi la speranza che uomini forti e indispensabili come Rincon e Laxalt non siano troppo frequentemente “rubati” dalle loro nazionali.

Questa sì che è una vera sciagura!

Detto questo, confermiamo che dopo 12 giornate la classifica è più che dignitosa. Pensate: addirittura facendo certi conti, si può già essere sicuri che la retrocessione è scampata. Già da ora, pensate! Dunque un traguardo, questi 16 punti, più che felice. Ma ora è giusto chiedere qualcosa di più. E Juric lo ha ribadito. Con il suo solito savoir faire ha detto: “Sono contento della prestazione. Ma ho bisogno di trovare più qualità”. Appunto. E allora questi 15 giorni di sosta serviranno a capire alcuni aspetti tattici: ad esempio, come “servire” meglio Pavoletti che, povera anima, abbandonato spesso com’è capitato domenica, laggiù, in mezzo a tre “marcantoni” della difesa dell’Udinese, non poteva far molto. Eppure è stato lui ad avere qualche buona palla.

Pavoletti e Izzo (Foto Getty Images)
Pavoletti e Izzo (Foto Getty Images)

DIFESA – Siamo contenti del recupero di Orban, straordinario nella sua prestazione. Ma siamo felici soprattutto perché Ventura ha convocato il nostro Izzo, proprio domenica autore di una delle sua migliori partite. E’ un terzino da Nazionale; lo abbiamo sostenuto la sera di domenica, nel talk show di Telenord davanti a Gennaro Ruotolo. Ebbene, il commisssario tecnico ha ascoltato e lo ha convocato. Una grande soddisfazione per la famiglia rossoblù, che ora annovera accanto al nostro Perin, indovina un po’, vero e unico erede di Buffon anche il pupillo di Juric, appunto Izzo.

Ultima riflessione tattica: Burdisso deve continuare a fare il “libero” (usiamo una terminologia antica, a noi molto cara); non bisognerebbe metterlo sull’uomo.

La commemorazione dell'ex presidente Fossati prima di Genoa-Udinese  (Foto Gabriele Maltinti/Getty Images)
La commemorazione dell’ex presidente Fossati prima di Genoa-Udinese (Foto Gabriele Maltinti/Getty Images)

Il minuto di silenzio in ricordo di Renzo Fossati ci ha commosso: erano gli anni belli di un’epoca che noi ricordiamo con nostalgia. E Fossati ne era uno dei protagonisti. Il calcio allora, forse era lievemente diverso…

Addio, caro, indimenticabile presidente!

Vittorio Sirianni

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