Se resta la discrezionalità arbitrale, il Var non serve a nulla

L'episodio di ieri dell'annullamento del gol al Genoa è emblematico: l'arbitro Fabbri lo aveva convalidato, ma gli addetti alla moviola in campo hanno detto "no"

Vittorio Sirianni

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

Parliamoci chiaro: il Grifo ha perso per una ingenuità, per un pizzico di sfortuna e, insomma, “chi è causa del suo mal pianga se stesso”. Se negli ultimi minuti la difesa fosse stata più attenta e avesse “buttato in tribuna”, come si diceva una volta, il pallone, l’unico cross utile di Suso della partita difficilmente sarebbe partito e la furba testa di Andrè Silva, lasciata incredibilmente libera, non avrebbe trovato il gol.

Detto questo, però, un discorso su questo “malvagio” Var bisogna farlo. Perché ancora una volta dal Var è arrivata la sconfitta del Genoa: precisamente da una decisione che ha lasciato perplessi. Il Var, purtroppo, non ha eliminato la cosiddetta discrezionalità che è sempre stata il grande limite dell’arbitraggio. Lo stesso episodio infatti veniva valutato in mille modi diversi dai direttori di gara. Si pensava che con la tecnologia tutto ciò sarebbe scomparso. Invece è aumentata la discrezionalità, perché è addirittura passata a due arbitri, i responsabili del Var. Ci chiediamo: ma com’è possibile che il gol di Rigoni riconosciuto valido dall’arbitro, dall’assistente, sia stato messo un discussione dal Var? L’episodio era minimissimo e si è sempre detto che nell’incertezza si doveva “lasciar andare”? Intendiamoci: l’utilizzo del Var è sicuramente in buona fede, ma offre a volte la sensazione che esprima decisioni a favore delle “grandi”, com’è accaduto ieri col Milan e contro la Juventus in Coppa Italia. E allora, per favore, o si cambia oppure il Var lo si manda al diavolo: come ha anche sostenuto Casarin, ottimo ex direttore di gara.

Ripetiamo: tutto ciò non giustifica la sconfitta del Grifo. E diciamo anche che una fortunosa battuta d’arresto ci può stare. Adesso (e questo lo sosteniamo con forza) non si cominci però a piagnucolare sul fatto che sono “solo” sei i punti di distacco dalla zona retrocessione.

Calma, amici: la retrocessione è lontana. Il Grifone può perdere contro una “grande” (probabilmente potrebbe accadere anche a Napoli), ma poi arriveranno in casa dei rossoblù Spal, Verona, Crotone e il Cagliari. Se il Genoa continuerà a sfoderare prestazioni come contro i rossoneri, arriveranno i punti per la salvezza e, secondo noi, porteranno tranquillamente i rossoblù almeno nella decima posizione di classifica che, per noi, è il giusto posto che merita la squadra oggi.

Ci sono ovviamente dei problemi da risolvere. Uno lo ha chiarito Ballardini: “E’ importante la voglia di non far giocare l’avversario”. L’altra: “L’aggressività!”. Poi vi sono i problemi tecnici: non si segna molto e soprattutto si sbagliano quelle poche strepitose occasioni che capitano. Col Milan le hanno avute Galabinov, Zukanovic e Lapadula: quest’ultimo ha una caratteristica, entra solo per sbagliare i gol fatti.

Ultima riflessione: si dice che Ballardini abbia sbagliato i cambi. Sarà vero? O sarà che i tre giocatori entrati non erano nella miglior forma e stranamente non hanno fatto il compito loro assegnato, cioè tenere il baricentro sempre alto? Bessa, addirittura, lo ha portato in cantina! Adesso a Napoli: ma ribadiamo che una eventuale sconfitta (facciamo ovviamente gli scongiuri) non cambierà nulla. Arriveranno le altre “prede” per il Grifo che saprà ghermirle…

Vittorio Sirianni

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.