Niente panico: il Genoa deve solo ritrovare la sua anima col Chievo

Si spera che il Grifo, con l'aiuto dei tifosi, torni ad essere la squadra che abbiamo visto contro la Lazio


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Non c’è niente da fare. Quest’anno il Grifo proprio non va.

Non c’entra la Juventus, non c’entrano i quattro gol incassati. E’ proprio l’assetto tattico che non va, ogni giocatore quest’anno non vuole (o non ce la fa) a fare squadra, a fare collettivo, a creare una formazione integrata, compatta, competitiva. Dunque speriamo che finisca bene, nonostante i pochissimi punti che separano Grifo e Crotone.

Si dice “non collettivo”, perché (al di là che si sia trattato dei mostri juventini) non è possibile vedere Munoz “imbranato” a tal punto da farsi un’autorete fanciullesca. Non è pensabile vedere un Bonucci (anche se è un ottimo giocatore) fare 40 metri da solo con la palla al piede come se fosse nella Pianura Padana e fare gol, incontrastato, nell’assoluta mancanza di una marcatura. Ai vecchi tempi un difensore vero gli sarebbe andato incontro e gli avrebbe dato (come dicevamo noi vecchi cronisti) una “racchettata” da stenderlo per 10 minuti. Ma il fortino era salvo!

Ora che fare? Niente di ossessivo per carità. Niente panico. Ma neppure la solita frase (ora bisogna assolutamente battere il Chievo, è la partita della vita). Guai a fare di queste previsioni! Portano male. Si spera che il Grifo torni ad essere la squadra (si fa per dire) che abbiamo visto contro la Lazio e che, forse, abbiamo eccessivamente trionfalizzato.

Si spera che Juric torni ad essere l’uomo che ha detto “Abbiamo ritrovato l’anima”. Ecco, speriamo che questa benedetta “anima” torni e non se ne vada più dal cuore rossoblù.

In casa, con l’aiuto dei tifosi, si possono fare buone cose: dunque niente paura; ripetiamo, niente panico. Ci si augura soltanto un ritorno della squadra alla consapevolezza, come un gruppo di amici che guardano tutti allo stesso obiettivo.

Il Grifo ha due partite in casa: Chievo e Inter. Il Crotone, sui 15 punti ancora a disposizione per salvarsi, dovrà farne sette più di quanti ne avrà fatti il Genoa (in caso di parità in classifica, lo scontro è a favore dei rossoblù). Situazione oggettiva, dunque non difficile. Ma si sa che il Grifo, come andiamo dicendo da tempo, è un “fatto paranormale”, per cui c’è da attendersi di tutto e di più.

Juric, secondo noi, ora dovrà guardare bene la difesa perché, al di là delle reti juventine (ed anche di quelle del Pescara e dell’Atalanta), sono stati incassati ben 56 gol. Dunque una difesa delicata e perforabile, ancorché non coperta adeguatamente da un improbabile centrocampo.

D’altra parte, va detto, il povero Juric non ha nella sua disponibilità giocatori di particolare interesse tattico; si è trovato a ricevere, già a gennaio, atleti o fuori forma, o non motivati, o non adatti a ricoprire il ruolo fondamentale di Rincon e i risultati si sono visti.

Con il Chievo dovrebbero esserci tutti, compresi Burdisso e Laxalt che Juric ha sostituito nella partita con la Juventus.

Ecco: la speranza dei tifosi è che al Ferraris, con un pubblico amico ritorni il “Genoa dell’anima”. Ci auguriamo che questa rimanga a lungo e non se ne vada malignamente come ha fatto a Torino. Il Genoa ha troppo bisogno di lei.

Vittorio Sirianni

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