I frutti di Ballardini: è giunta la riscossa di Pandev e Bertolacci

I due giocatori erano molto chiacchierati, ma il tecnico li ha rilanciati. Il Genoa è ora una squadra vera

Vittorio Sirianni

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Ha detto la cosa più interessante il mister Ballardini: “Ho visto una squadra vera”. Ecco: finalmente la parola “vera” sta facendo capolino nel percorso del Genoa.

La vittoria a Roma con la Lazio si diceva poteva essere un fatto occasionale, unico, anche imprevisto. Ma oggi, dopo la seconda vittoria in trasferta contro il Chievo, il concetto di “casualità” pare, almeno a nostro avviso, superato. La squadra “vera”, che ha plasmato finora Ballardini, dimostra proprio questo: niente causalità, ma situazione concreta, compatta, costruita per proseguire su questo binario.

I motivi di questa “non casualità”, come ha detto il tecnico, stanno in varie realtà: intanto i nuovi arrivati, giovani e meno giovani, si sono inseriti bene, con coraggio e professionalità. Hanno portato nella squadra quella freschezza e quella serenità che al mister piace tanto. Hanno portato “autostima” e consapevolezza che finalmente si può scendere in campo con la possibilità di “vincere” sempre, non di avere sempre il timore che la “vittoria sarà impossibile”.

E poi, tecnicamente (il fatto onestamente ha anche un po’ del “paranormale”) i tasselli si stanno inserendo e integrando benissimo: basta giudicare la prova a Verona di Bertolacci. Onestamente un giocatore tra i più chiacchierati, questa volta eccezionale nel ruolo che gli ha affidato il tecnico. E guardate l’inserimento di Hiljemark, che l’anno scorso era un “quasi-fantasma” e oggi sta diventando una pedina insostituibile.

Ma il vero “miracolato si chiama Pandev: onestamente non sappiamo cosa sia successo “dentro” questo atleta, fatto sta che Pandev sta giocando le sue migliori partite da quando è in Italia. Sembra resuscitato, eppure non si chiama Lazzaro…

Sinceramente va detto che questi “miracoli” (chiamali così) hanno una sigla ben precisa: Ballardini. A volte guardate cosa può fare un allenatore quando anche lui trova ambiente, giocatori, tecnici, dirigenti pronti alla collaborazione, al confronto serio e onesto, al rapporto professionalmente e soprattutto umanamente positivo.

Il nostro parere sugli allenatori è uno solo (ed è nostro, intendiamoci): il tecnico è bravo quando vince. Però anche nel tecnico ci devono essere le qualità di base dalle quali si parte: onestà, facilità di rapporti interpersonali forti, conoscenze tecniche. E Ballardini queste qualità di fondo le ha tutte. Unite, come sta accadendo, agli altri fattori del “fatto-calcio” e cioè ambiente, giocatori giusti, società collaboratrice e disponibile stanno facendo la “vera” squadra.

E fatemi dire due parole sul mio amico Perin (noi siamo “periniani” della prim’ora): dopo la gara ha postato una bella immagine, lui che con sicurezza “blocca” una palla insidiosa e aggiunge: “Dobbiamo proseguire su questa strada!”. Insomma un vero “capitano” che i suoi compagni seguono e apprezzano. Perin è pronto per la Nazionale, è lui il nuovo “numero uno”. Non se lo dimentichino coloro che potranno essere i “C.T.” degli azzurri.

Vittorio Sirianni

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