Massimo, l’unico genoano a Roma: “Sembrava di non essere in trasferta”

Da Lecce, dove lavora dal 2000, fino all'Olimpico di Roma: milleduecento chilometri per il Genoa. E un settore dello stadio tutto per sé

Massimo, dalla sua pagina Facebook

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Si chiama Massimo, è un archeologo genovese che lavora a Lecce da quasi vent’anni. Ieri sera ha fatto una cosa da vero genoano: ha preso l’auto e dal Salento ha raggiunto Roma per vedere giocare il suo Grifone. La particolarità? Era l’unico tifoso rossoblù presente nel desertico settore ospiti, chiuso ai residenti liguri dal Comitato di Analisi per la Sicurezza delle Manifestazioni Sportive del Viminale in ragione degli alti profili di rischio alla luce dei rapporti tra le due tifoserie. «Tale provvedimento mortifica il calcio: è impossibile che le Forze dell’Ordine della Capitale non riescano a gestire cento/centocinquanta tifosi. Pensavo che fosse presente una ventina di genoani non residenti in Liguria» spiega Massimo in esclusiva a Pianetagenoa1893.net.

Questione di passione e d’amore per il club più antico d’Italia. Lecce-Roma distano sei ore d’auto, quasi seicento chilometri percorsi al rientro di notte, dopo la sconfitta: «Avere un settore tutto per sé è un’esperienza strana – prosegue Massimo – sembra quasi di non essere in trasferta o essere un pazzo perché ti ritrovi a commentare da solo le azioni del Genoa. I gentilissimi addetti della Roma, gli unici che si sono presentati, mi hanno chiesto se volevo spostarmi in un settore più comodo ma ho preferito restare tra ‘gli ospiti’». Stoico fino in fondo.

Il Grifone ha perso per l’ennesima volta in uno stadio che ormai è un tabù. Come commenta la partita Massimo, gli unici occhi rossoblù all’Olimpico? «La squadra non mi è piaciuta nel primo tempo, il Genoa ha difeso male e la Roma ha trovato meritatamente il vantaggio. Dopo l’autorete di Zukanovic, nella quale Perin doveva uscire in presa alta, la situazione è notevolmente migliorata. Sarebbe stato paradossale vincere a Roma dopo quasi trent’anni ma con un solo tifoso al seguito».

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