(S)Visti da Lontano – Juric non è il problema principale del Genoa

L'analisi della situazione nella settimana del derby che non cambierà le sorti della squadra: oggi la rosa è da serie B


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Il derby non cambierà le sorti di questo Genoa. Preziosi è intelligente, lo sa, e ha deciso di non cambiare tecnico ora per prendersi qualche giorno in più per programmare la rifondazione. Ma il destino di Juric è segnato.

Ivan è parte integrante del problema, ma non è “IL” problema.

Preziosi in estate ha costruito una squadra a buon mercato, cioè scarsa, in previsione di vendere e di lasciare agli acquirenti la possibilità di costruire su di una tavola praticamente rasa.

Preziosi è partito da una spina dorsale esistente costituita da Perin, Izzo e Veloso, completata aggiungendo quel Lapadula che piceva moltissimo sia a Juric sia a Preziosi.

Per il resto un po’ di prestiti e mestieranti (Bertolacci, Spolli, Zukanovic, Rossettini) qualche riserva promossa a titolare (Rosi) e un paio di scommesse (Centurion, Taarabt). I soliti Palladino, Pandev, Cofie, Lazovic a completare il tutto.

Un cocktail micidiale gestito da un allenatore troppo buono, ingenuo, insomma impreparato per reggere un ruolo del genere.

Juric ci ha messo del suo. Tutta la preparazione è sembrata vana, al punto da iniziare con una serie di esperimenti tattici e umani, con calciatori passati da essere fuori rosa (Taarabt, Rigoni) a salvatori della patria, tralasciando tutti gli innamoramenti del momento con calciatori proposti, accantonati, rispolverati, spariti e una gestione delle presenze, da Galabinov a Lazovic, da Omeonga a Ricci a Pellegri stesso, inspiegabile.

Preziosi sa benissimo che deve chiamare un tecnico vero, che abbia esperienza e che riesca con Perinetti a disegnare la squadra che nel girone di ritorno conquisti almeno 25 punti, che sommati ai circa 10-12 che il Genoa di oggi può racimolare sino alla riapertura del mercato, dovrebbe garantire una salvezza all’ultima giornata.

Ma una squadra in grado di raccogliere 25 punti in metà campionato è una squadra da decimo posto, e quindi ben distante per valore da quella attuale.

Questa è la sola strategia che Preziosi può perseguire, ed è indipendente da una eventuale cessione, anche se avvenisse per assurdo entro Natale. Il Genoa oggi è da B, e una squadra di B vale molto meno, anche per Preziosi.

Il momento di pianificare la salvezza è ora e per le prossime tre settimane. E solo Preziosi ha il potere, e il dovere, di farlo. Altrimenti sarà Serie B.

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