Lega divisa sulla riduzione di squadre in A: Genoa in silenzio

Juventus e Napoli favorevoli, Bevento e Crotone contrari: in mezzo, tante squadre tra cui il Grifone hanno scelto il silenzio

Serie A (Vittorio Zunino Celotto/Getty Images)

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La questione è più che mai attuale, rappresenta un groviglio da sciogliere al più presto e ha sollevato un polverone mediatico che trova posto stamani sulle colonne del Corriere dello Sport: ridurre o lasciar così la massima serie del nostro bistrattato calcio? Aurelio De Laurentiis e Beppe Marotta hanno optato per la prima strada, trovando una strada comune nonostante una rivalità accesa tra Napoli e Juventus. I benefici di una Serie A a 16 o 18 squadre sarebbero molti, ha segnalato il patron azzurro: maggior spettacolo, prodotto di qualità maggiore, rispetto per tutte le partecipanti. E anche la Nazionale potrebbe trarne giovamento, con un calendario meno fitto in termini di impegni e dunque una programmazione resa migliore.

In tutto questo, le altre grandi hanno scelto la linea del silenzio: Roma, Lazio, Inter, Milan, Torino, Sassuolo. Corvino, dt della Fiorentina, ha fatto sapere di voler valutare un campionato a 16 squadre sotto i profili economico tecnico: se è innegabile il vantaggio circa la distribuzione dei diritti tv, pure avere maggior tempo per preparare le gare gioverebbe a tutti. Meno turno infrasettimanali, più attenzione riservata alle Nazionali. Cagliari e Bologna, nelle vesti del patron Giulini e dell’ad Fenucci, hanno dichiarato come la priorità vada al momento affinché le risorse vengano distribuite in modo più equo. Hanno dunque glissato, non chiudendo la porta ad un cambiamento, così come Genoa, Atalanta e Chievo. I rossoblù in particolare, scrive il quotidiano, si sarebbero uniti al muro del silenzio poi interrotto dalla voce del presidente del Benevento, Vigorito, che non ha mancato di far sapere la sua opposizione: il calcio diventerebbe uno sport elitario, a 16 squadre. L’attacco del patron giallorosso non si è fermato qui, sicché Vigorito ha evidenziato la volontà di occultare una non equa suddivisione dei diritti tv. In altre parole, si vorrebbe pensare al proprio orticello anziché agli interessi collettivi. L’Udinese si è dette perplessa circa sole 16 squadre, troppo poche per il ds Gerolin, mentre il Crotone, nelle vesti del ds Ursino, ha fatto sapere come tale format sia il preferito dai pitagorici in quanto permette ai piccoli centri di gustare il gran calcio.

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