La trama è semplice, attesa, senza grossi intoppi o stravolgimenti, e si porta a casa tre punti che sanno di risposta immediata al guizzo del Napoli. Certo, alla fine la Juventus rischia perché termina la sfida con cinque uomini in difesa e la paura che il Genoa possa trovare un pareggio che avrebbe del clamoroso, tuttavia alla fine quel che conta è vincere e gli uomini bianconeri ieri sera l’hanno fatto. Meglio del Grifone, questo è vero, ma pure perché Allegri poteva disporre di un parco giocatori ben superiore rispetto a quello in dotazione del collega Ballardini, che s’è potuto limitare solo a diversificare l’attacco (entrati Galabinov e Lapadula). Decide così Douglas Costa, dopo 16′, una partita scialba e piuttosto equilibrata pur se i padroni di casa avrebbero potuto chiuderla prima: ma se il brasiliano ex Shakhtar non fosse sbattuto fortuitamente addosso a Bertolacci, dando il via all’innesco di Mandzukic con annesso assist, Perin avrebbe magari festeggiato la quinta trasferta di fila senza subir gol e conseguentemente senza sconfitta.
D’altra parte però c’è da certificare la prova opaca di Gonzalo Higuain, perché se Allegri ha minimizzato il caso nel postpartita è pure vero che serve un’immediata risposta alle polveri bagnate che l’argentino sta soffrendo. Con Sampaoli in tribuna per lui, segnala La Gazzetta dello Sport, il Pipita non è mai stato fondamentale. Del resto, però, se il Genoa non vince in casa della Juventus dal lontano 1991 un motivo c’è: quattro reti incassate in nove gare di campionato con Ballardini, solidità difensiva ritrovata e qualche esperimento curioso. Dal 3-5-2 al 3-4-2-1, poi 3-4-3: era partito dal duo leggero composto da Pandev e Taarabt, ha man mano gettato in campo l’artiglieria pesante quando ormai il record di cinque trasferte senza gol era perduto (mai accaduto nella storia del Genoa), ma alla fine ha portato a poco. Però, almeno, s’è tolto la soddisfazione di spaventare per bene la Vecchia Signora.