Gioie e dolori del Gasperini rossoblù

Domenica al "Ferraris" il sentito match contro il miglior tecnico del dopoguerra in rossoblù

Sebastien De Maio abbracciato dai compagni dopo il gol vittoria segnato all'Inter (Pier Marco Tacca/Getty Images)

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Non sarà mai un incrocio banale quello tra il Genoa e mister Gian Piero Gasperini, il miglior tecnico della storia rossoblù del dopoguerra.

Un tecnico capace di riportare prima il Grifone in Serie A dopo 12 anni di assenza e poi per ben 2 volte in Europa League (l’ultima revocata per la scandalosa quanto triste vicenda della licenza Uefa negata alla società).

Gasperini che è stato anche tra i tecnici più longevi della storia rossoblù, che con lui ha iniziato a scriversi nell’estate 2006: era il Genoa operaio di Rubinho, Criscito, Marco Rossi, Sculli, Greco, Bega, De Rosa, Milanetto, Adailton, Stellini e Juric. Che conquistò subito la promozione in un campionato anomalo, che vedeva anche Juventus e Napoli in Serie B.

Il 3-4-3 offensivo ma con meccanismi perfetti che si fece apprezzare anche in Serie A, dove ogni anno il Gasp rigenerava e lanciava grandi bomber. Marco Borriello permise di raggiungere una comoda salvezza, l’anno dopo Diego Alberto Milito fu decisivo per l’Europa.

Ci furono i 3 derby consecutivi vinti contro la Sampdoria, quelli timbrati proprio da Milito ed il 3-1 con Palladino a zittire la Sud.

L’avventura europea il nuovo Genoa la visse sulle ali dell’entusiasmo, ma tutto si fermò alla fase a gironi, troppo forti Valencia e Lille. Nell’estate 2010 il presidente Preziosi allargò un po’ troppo la cerniera della borsa al calciomercato (cosa che stiamo pagando ancora oggi): arrivarono Eduardo, Toni (contratto da quasi 4 milioni annui), Rafinha, Ranocchia, Miguel Veloso… Il lungo rapporto con Gasperini si interruppe ad ottobre dopo la sconfitta interna col Chievo Verona. Esonero e tanti saluti.

In mezzo passarono Ballardini (2 volte), Malesani, Marino, De Canio e Liverani: nell’ottobre 2013, ovvero 3 anni dopo il licenziamento e con le esperienze infelici con Inter e Palermo, Gasperini tornò al Genoa.

Osannato dal “Ferraris” raddrizzò subito la barca, mentre nel campionato 2014/2015 sul campo la squadra centrò l’Europa League (annullata). Quell’episodio, come lo stesso tecnico di Grugliasco ha raccontato in una lunga ed esclusiva intervista con Paolo Condò su Sky Sport, logorò nuovamente il rapporto con la società.

L’ultimo torneo in rossoblù, il 2015/2016, iniziò male e con nuovi spettri di licenziamento: il derby perso ad inizio gennaio sembrava il capolinea, poi come sempre la quadratura arrivò ed il Genoa chiuse alla grande una buona stagione (battendo Inter e, come rivincita, la Sampdoria).

A Genova ha lanciato e rilanciato elementi come Ferrari, Thiago Motta, Suso, Pavoletti, Borriello, Ansaldi, Perotti, Laxalt, Iago Falque…… Anche se non sono mancati errori, flop ed incomprensioni.

A giugno il triste congedo in diretta tv, l’arrivo sotto la Lanterna dell’ex braccio destro Ivan Juric (durato neanche un quarto della storia di Gasperini in rossoblù) e l’approdo all’Atalanta che oggi sta conducendo in lotta per l’Europa con una squadra tutta giovane e votata all’attacco.

Da ex il Gasp finora non ha mai perso, anche se gli incontri sono stati solo 2: un pareggio in Genoa-Palermo (1-1) ed il recente 3-0 a Bergamo.

Domenica pomeriggio, tra un’emozione e l’altra, riaggiorneremo il dato.

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