Per Ballardini il difficile arriva adesso. Dopo i grandi risultati e la resurrezione in classifica il Genoa è stato giustamente ricoperto di lodi da ogni operatore del calcio: un pieno che può appagare la squadra. Il tecnico di Lugo ha toccato le corde giuste dello spogliatoio rossoblù durante gli allenamenti di questa settimana: avrà detto che niente è stato ancora fatto, che mancano ancora dieci punti alla matematica salvezza. I complimenti fanno piacere ma adesso bisogna di tapparsi le orecchie e rindossare la cotta di maglia contro il Bologna, avversario da non sottovalutare sebbene stia attraversando un momento di magra.
Donadoni dovrà rinunciare a Palacio, il Pandev felsineo secondo Carlo Regno, e Simone Verdi per infortunio, e De Maio per squalifica. Tre assenze importanti per la squadra più feroce del campionato alla luce dei falli commessi, primato in precedenza a favore della gestione Juric: Ballardini ha addolcito il Grifo. Il Genoa non deve farsi scappare di mano il Bologna, in campo come in classifica: dovrà prestare attenzione a una squadra di natura contropiedista, ecco perché sarà più prudente lasciare poca profondità alle loro ripartenze e in aggiunta speculare sugli intercetti.
Quando ha il possesso il Bologna sa giocare palla a terra e fare male con i tagli verso il centro delle ali, per questo sarà fondamentale il sacrificio dei laterali di centrocampo. Le due squadre si equivalgono sul corto e sul lungo mentre per fare male scelgono l’opposta catena di gioco: il Bologna crea a sinistra e conclude prevalentemente dal centro, il Grifone più dal centrodestra. Il Genoa farà punti solo se passerà attraverso una prestazione attenta e di squadra, come quella di sabato scorso con l’Inter, solo che gli stimoli sono di meno. Ma c’è un’altra vittoria da conquistare, la quarta di fila: cosa che non accade dal maggio del 2009. Il difficile arriva proprio adesso.