Juric non si tocca

Il tecnico si può criticare ma non deve essere messo sulla graticola per la crisi di risultati

Juric
Ivan Juric (Genoa cfc)

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Sembrava una storia solo felice, quella di Juric e il Genoa. Un fil rouge interrotto bruscamente alcuni anni fa e ripreso per strane ragioni. Via la certezza, spazio alla scommessa. Ma l’allenatore croato è una scommessa così azzardata? A differenza di molti colleghi è tornato in Serie A con facendo la gavetta: la Lega Pro con il Mantova, la B in provincia. Negli allenamenti arde il fuoco sacro: sembra impossessato dal maligno, mentre incita e spiega con vigore i movimenti ai suoi uomini.

Eppure gli ultimi venti minuti della sciagurata Genoa-Palermo hanno fatto cambiare opinione a molti cronisti. Era un predestinato, dopo l’avvio sprint a punteggio pieno e le vittorie contro le big, adesso è all’ultima spiaggia. Proprio contro il Crotone, la creatura che portato in paradiso. Com’è strana la vita, il calcio. Giudice sarà il tuo migliore amico, che tra l’altro non se la passa benissimo. Tuttavia, e al netto degli ovvi sali-scendi dal carro, la sfida di domenica non sarà decisiva per il Pirata del Genoa.

La società difende Juric senza virgolettati. Una scelta ermetica di Enrico Preziosi, lui che in estate pigiò il tasto del cambiamento in panchina. Avanti con il tecnico di Spalato, a prescindere. E’ coerenza, coraggio e – inutile nasconderlo – necessità. Dicono che con un allenatore diverso il Grifo avrebbe più punti: è accattivante ascoltare solo i nomi di questi santoni. Sarebbe folle rinunciare a uno come Juric che, sì, ha dei limiti (esperienza, univocità della gestione e poca fantasia) ma una incredibile voglia di arrivare in alto con questi colori.

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