Franco Manzitti – Viva viva il campionato ma lo stadio resta un cesso

La prestigiosa firma di Primocanale analizza il pessimo stato in cui versa il Ferraris

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Stadio Luigi Ferraris

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Evviva evviva, finisce l’astinenza da calcio, ricomincia il campionato con il Genoa e la Samp sulla scena. Dopo un’estate di chiacchiere, sopratutto rossoblù e grandi manovre sulla società del Grifone, tutto appare uguale: Preziosi che spazia sul mercato e stiamo a aspettare di capire se vende o no, e se resta o no e come. La squadra è il solito grand hotel, gente che va, gente che viene e sembra – ma i genoani sono per natura scettici blu –  che tutto sia come prima.

L’estate della Samp è stata, invece, molto “chic” nel senso del nome del giocatore superstar, venduto alla Juve, rifiutato per misteriose ragioni sanitarie, tornato a casa, conclamato guarito, rimesso sul mercato e ancora sospeso.

Ma questi sono ragionamenti tecnici e di mercato che lasciamo agli esperti che pullulano e sono già li pronti a occupare l’immenso red carpet delle partite, degli spogliatoi, delle trasmissioni, dei tormentoni che ci porteranno fino a luglio, fino al fatidico campionato del mondo.

A noi del calcio genovese interessa, in questa ripresa, un aspetto molto più cittadino, che potrebbe smuoversi, ora che tutto sembra cambiare sotto la spinta, i cazziatoni e le rivoluzioni di Marco Bucci, il sindaco manager.

A noi interessa la “casa” del calcio cittadino, quello stadio di Marassi, Luigi Ferraris, che sta lì e non gli hanno cambiato neppure un fiocchetto, un filo d’erba.

Possibile che a Genova, che ha due squadre in serie A, è la sesta città italiana, è il luogo dove il football è nato in Italia, si continui a giocare in uno stadio che è un cesso? Stupendo per vedere le partite, fare il tifo, ma indegno per il terreno di gioco, per le sue strutture, per i suoi servizi. Lo hanno rifatto nel 1990, per quel Mundial italiano con il disegno di Vittorio Gregotti. Niente da dire sulla visibilità e sullo stile.

Ma per il resto sembra che siano passati cento anni. Non c’è un bar degno di questo nome, i servizi igienici sono inqualificabili. New Marassi non offre null’altro che i posti a sedere per vedere le partite in un’era nella quale gli stadi diventano luoghi di grandi servizi ed efficienza e fanno guadagnare i soldi a chi li gestisce e si riempiono sempre, se funzionano modernamente.

Si guardi a Torino dove dopo lo Stadium juventino ora hanno rifatto anche il Filadelfia, a Roma dove, malgrado i grillini, sono su quella stessa strada, a Udine che ha uno stadio nuovo di zecca.

Da noi lo stadio è stato il tormentone di dove lo metto. Dove lo metto? La buon’anima di Riccardo Garrone aveva le sue idee per la Samp, ma come spesso succedeva a lui, non gliele hanno lasciate realizzare, né a Trasta, né all’Aeroporto, né alla Fiera. La Fondazione Genoa aveva sfornato un progetto di rifacimento del Ferraris, ma è rimasto lettera morta.

La gestione di Marassi è rimbalzata tra la società di Costa Edutainement, il Comune e le due società, Genoa e Samp, che ora lo detengono. Il risultato è sempre lo stesso. Lo stadio è un cesso, non cambia nulla e ora il campionato ricomincia. Tutti a Marassi, rive gauche del Bisagno, stesso stadio, stessa gradinata, stesso cesso. A meno che Bucci….

Franco Manzitti -Primocanale

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