Il Genoa è ancora in vendita?

La conferenza di Santa Margherita ha segnato il ritorno mediatico di Enrico Preziosi

Preziosi Onofri
Enrico Preziosi (foto di Genoa CFC Tanopress)

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A Santa Margherita è stata scritta una riga della ultracentenaria storia del Genoa. Enrico Preziosi è tornato saldamente alla guida del Grifo, sotto l’aspetto mediatico, dopo quasi un anno di silenzi e sparute apparizioni pubbliche. Ha continuato a lavorare per le sue società, Genoa compreso, senza mai tralasciare quella sana presenza presidenziale che aiuta molto nel calcio. Lo confermano più fonti a lui vicine, Preziosi non se n’è mai andato. A Santa Margherita, perciò, in una caldissima giornata d’aprile, è stato ribadito dallo stesso presidente che le scelte sono «mie perché ci metto i soldi».

Una domanda, che probabilmente non è stata formulata, resta senza risposta: il Genoa è ancora in vendita alle stesse condizioni dell’estate scorsa? Le trattative di alienazione di un club di calcio non sono certo pubblicazioni matrimoniali, devono giustamente restare segrete altrimenti finiscono come la (fallita) scalata Gallazzi. A giudicare dalla conferenza di ieri sembra che Preziosi voglia costruire di nuovo il Grifone in estate, tenendo il timone da solo e, al massimo, con un navigato nostromo come Giorgio Perinetti a consigliarlo. L’obiettivo è modellare «una squadra che dia meno sofferenze» rispetto agli ultimi due anni.

A dir la verità la stagione attuale è stata tormentata solo nei primi tre mesi di campionato, fino al punto abissale toccato la notte del 4 novembre, data del derby d’andata. Ballardini ha svolto un ottimo lavoro in sei mesi ma i dubbi sul suo futuro restano densi: possibile che il presidente rossoblù mediti veramente a un nuovo allenatore? Sarebbe il quinto cambio nel post-Gasperini, il quarto tecnico differente dal giugno 2016. Possibile che il patron stia pensando a un altro debuttante, dopo i certificati fallimenti di Liverani e Juric? A oggi, dopo la conferenza di Santa Margherita, c’è solo una certezza: il ritorno di Enrico Preziosi.

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