E’ morto Luigi Necco, volto di 90° Minuto

Il popolare giornalista della trasmissione Rai negli anni '80 era celebre soprattutto per i suoi duelli con Gianni Vasino, quanto Napoli e Milan lottavano per lo scudetto. Raccontò la nascita del gemellaggio nel 1982 tra i tifosi del Genoa e quelli azzurri

Luigi Necco

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E’ deceduto stanotte all’Ospedale Cardarelli di Napoli per una grave insufficienza respiratoria Luigi Necco, volto popolare di 90° Minuto durante gli anni ’80. Ne ha dato notizia il caporedattore della Tgr Campania Antonello Perillo su Twitter.

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Un lutto per il mondo del giornalismo avvenuto proprio nella settimana che precede Napoli-Genoa: Necco aveva raccontato nel maggio 1982 la nascita del gemellaggio tra le due tifoserie. In 90° erano celebri i suoi duelli con il collega genovese Gianni Vasino che era alla sede Rai di Milano, negli anni dell’era Maradona quando Napoli e Milan si sfidavano per lo scudetto: i due giornalisti rilasciarono alcuni anni fa un’intervista a Pianetagenoa1893.net (CLICCA QUI PER LEGGERE). Celebre la sua frase: “Milano chiama, Napoli risponde”. E a proposito di Maradona,  fece un’altra battuta famosa durante i Mondiali a Città del Messico nel 1986, quando il Pibe de oro segnò un gol con la mano all’Inghilterra: “La mano de Dios o la cabeza de Maradona” (La mano di Dio o la testa di Maradona); Maradona gli rispose “Las dos” (Tutt’e due). Per questo fu intervistato da numerose TV sudamericane.

Necco, che avrebbe compiuto 84 anni il prossimo 8 maggio, era anche noto per la sua passione per l’archeologia: ha realizzato una cospicua serie di documentari per la Rai. Aveva ritrovato il tesoro che Heinrich Schliemann aveva trovato a Troia nel 1873 e che ufficialmente i tedeschi davano per distrutto nei tremendi bombardamenti dello Zoo di Berlino nel 1945. Dopo lunghe e minuziose ricerche in tutte le aree orientali dell’Europa, Necco riuscì a ritrovarlo, individuando i ladri e il nascondiglio del tesoro, che è stato finalmente esposto il 16 aprile 1996 nel Museo Puskin delle Belle Arti di Mosca. Subì anche un attentato dalla camorra: il 29 novembre 1981 fu gambizzato in un ristorante di Avellino da un commando di tre uomini inviati da Vincenzo Casillo, luogotenente di Cutolo fuori dal carcere.

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