Il “puntinato” della conferenza di Preziosi: Ballardini, Perin, stadio

Il lungo intervento del presidente del Genoa a Santa Margherita tocca molti (e delicati) temi rossoblù

Enrico Preziosi (al centro) durante la conferenza stampa a S. Margherita Ligure (Foto Beppe Nuti)

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Preziosi ha rotto il silenzio dopo dieci settimane. L’ultima uscita pubblica di rilievo risale allo scorso 7 febbraio, quando vaticinò ufficialmente l’acquisto di Pedro Pereira. Poi zero dichiarazioni mediatiche, il solito posto vuoto allo stadio cui ha fatto da contraltare una vicinanza presidenziale al Genoa confermata da più parti. Preziosi ha rotto gli indugi a margine della conferenza stampa tenutasi a Santa Margherita Ligure. Di seguito il riepilogo dei principali temi toccati dal presidente Preziosi.

  • BALLARDINI – «Ho già preso una decisione – si legge su Tuttomercatoweb – ma mi riservo dal comunicarla perché ci sono ancora cinque partite al termine del campionato. In ogni caso sarò grato a Ballardini, merito mio se l’ho richiamato per la terza volta. Il pubblico e i calciatori spingono per la conferma? Non mi faccio influenzare da nessuno, gli applausi diventano fischi dopo due giorni».

  • JURIC – «Una delusione, non dovevo confermarlo l’anno scorso. Al Genoa non ha fatto bene, ci ha inguaiati, mi ha fatto soffrire: ma diventerà un grande allenatore. Licenziarlo è stata una scelta difficile sul piano umano».

  • CRISCITO – «Ha rifiutato un ingaggio da 3,5 milioni di euro netti per tornare al Genoa».

  • STADIO LUIGI FERRARIS – «Tornerò magari già con la Fiorentina e quando la salvezza sarà definitiva forse verrò anche con i miei nipotini. Il Ferraris – continua su Tuttomercaweb – lo acquisteremo a condizione di non superare il budget e in sinergia con la Sampdoria: in ogni caso siamo d’accordo sul fatto che ognuno debba averne uno per sé. Mi piacerebbe avere la casa del Genoa, Marassi o un impianto nuovo è lo stesso».
  • PERIN..ETTI – «Mattia è genoano e sa bene che non lo costringerò a restare di fronte a un’offerta importante. Se vuole giocare la Champions League lo accontento, altrimenti resta con un nuovo contratto: è un ragazzo serio e non andrà a scadenza con il Genoa. Perinetti, invece, lo conosco da trent’anni, vogliamo dare forma a una squadra che ci faccia soffrire di meno: se non gli piace il mio modo di fare calcio se ne andrà».
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