Genoa, la licenza Uefa non arrivò per un bonifico sbagliato

Secondo Business Insider Italia, Enrico Preziosi coprì ugualmente alcune persone

Enrico Preziosi con Adriano Galliani (Foto Tullio M. Puglia/Getty Images)

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Business Insider Italia ricostruisce i momenti convulsi dell’estate 2015 del Genoa, quella della mancata licenza Uefa. Enrico Preziosi sapeva che le casse rossoblù erano vuote, per questo si rivolse – secondo le indagini della Guardia di Finanza – a Marco Bogarelli, il capo di Infront che fa da tramite con Riccardo Silva, e ad Adriano Galliani che controllava la Lega di Serie A riporta Businessinsider.com.

Al presidente del Genoa vengono prestati i 15 milioni di euro necessari ma a maggio le pendenze (si parla di 5 mln di euro per evitare problemi contabili) non risultavano saldate. Perciò addio licenza europea. Preziosi cercò di placare la piazza in subbuglio: «É solo un vizio di forma, i soldi ci sono». In realtà i soldi non c’erano, si legge nell’articolo firmato da Giuliano Balestreri e Francesca Brunati, perché l’assistente di Riccardo Silva sbaglia le coordinate bancarie del bonifico! Troppo tardi per rimediare: dalle ricostruzioni della GdF i soldi in arrivo dall’estero per evitare problemi devono fare almeno tre passaggi per i quali servono due settimane.

L’8 maggio Bogarelli chiama Silva: “Con il Genoa hai «fatto un casino» per colpa di «quella suonata» che ha sbagliato il pagamento e, «morale, non riesce a iscriversi alla Uefa». Enrico è «incazzato come una bestia»“. Preziosi, però, tiene nascosta la provenienza del denaro e, peggio, rinuncia all’appello, anche perché avrebbe scoperchiato il vaso di Pandora del mondo del pallone.

Tre giorni dopo, l’11 maggio, Preziosi è pronto a ricompensare Infront e Silva. Giuseppe Ciocchetti spiega la struttura dell’operazione: il numero uno rossoblù offrirebbe il 3% della Giochi Preziosi attraverso un contratto d’opzione da 10mila euro che i diretti interessati (Bogarelli, Silva, Ciocchetti e Andrea Locatelli, vice presidente di Infront) avrebbero potuto esercitare in qualunque momento una volta quotata in Borsa la società. «Quando si sa che la quotazione certa ha un valore di 300 milioni esercitiamo l’opzione e si acquistano i 10 milioni» dice Ciocchetti.

Preziosi si raccomanda di farlo solo se la società vale di più: «A quel punto si rivendono le quote e il guadagno fino a 25 milioni ve lo tenete tutto voi, dopodiché dividiamo a metà». Un regalo milionario che mal si addice a qualcuno «incazzato come una bestia» per la mancata iscrizione all’Europa League, conclude Businessinsider.com, conquistata sul campo con ampio merito da Gasperini e i suoi ragazzi.

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