Juric il trasformista batte Nagelsmann ma resta il problema difesa

Due colpi di testa dei tedeschi e due gol: le palle inattive difensive restano uno dei grandi crucci che il Genoa deve risolvere per la nuova stagione

Juric (Foto Genoa cfc Tanopress)

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Il Genoa ha salutato l’Austria con il sorriso. Negli undici giorni di lavoro non si sono riscontrati infortuni, a parte gli affaticamenti di Rigoni e Veloso superati in ventiquattro ore. Mister Juric ha lavorato sodo con un gruppone che nelle prossime settimane sarà sfoltito con l’uscita di alcune pedine. Il gruppo ha una grande voglia di rivalsa dopo i fantasmi della scorsa stagione. Sorrisi per tutti, accentuati dalla pur sempre prestigiosa vittoria contro l’Hoffenheim, quarta forza di Germania, nell’amichevole di sabato: i tedeschi hanno la stessa condizione atletica del Genoa essendo l’andata del preliminare di Champions League prevista a ferragosto, pressoché concomitante con l’esordio dei rossoblù in Coppa Italia.

Un dato, però, deve mettere sul chi-va-là il Genoa e i suoi operatori di mercato: la squadra continua a subire gol di testa. Le reti del club tedesco, di Bikakcic e Hoogma, sono nate entrambe da situazione di palla inattiva che hanno trovato impreparato la difesa genoana. I marcatori dell’Hoffenheim non avevano altezze stratosferiche e l’olandese Hoogma (190 cm) poteva essere contrastato meglio dalla fase difensiva di chi era in campo. Nessun dramma per i gol subiti, nessuna esaltazione per la vittoria: va trovato il giusto equilibrio critico attorno un’amichevole di mezza estate. Senza dimenticare che Juric non ha utilizzato Izzo e Biraschi, due sicuri titolari del reparto.

Juric ha trasformato il Genoa più volte contro la squadra del Baden-Württemberg, almeno due le fotografie della matemorfosi. L’iniziale 3-4-3 (declinato in numeri aridi solo per comodità d’esposizione) è cambiato al sopraggiungere del 2-2 dell’Hoffenheim poco dopo l’ora di gioco: cinque cambi – tre a centrocampo e due in avanti – hanno generato il 4-3-3 con Rosi e Fiamozzi terzini, Hiljemark, Cofie e Omeonga in mediana. Infine il 4-4-1-1, inteso nella sua variante offensiva, il 4-2-3-1, con Morosini, Pandev e Salcedo dietro Galabinov. Un trasformismo peculiare dei test estivi, delle rose lunghe e sintomatico della duttilità del tecnico di Spalato che sa sempre fare di necessità virtù.

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