Le ragioni della storia: un po’ di chiarezza sulla sparatoria di Genoa-Bologna del 1925

Visti i tempi che corrono (leggi: articolo di Curzio Maltese sul “Venerdì di Repubblica”), visto che alcuni pensano che la storia non sia una scienza dei fatti, ma un’opinione che cambia a seconda di chi la esprime, riproduciamo un brano tratto dal e-book “La partita del ventennio” di Marino Parodi (Durito Edizioni), che racconta dettagliatamente […]


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Visti i tempi che corrono (leggi: articolo di Curzio Maltese sul “Venerdì di Repubblica”), visto che alcuni pensano che la storia non sia una scienza dei fatti, ma un’opinione che cambia a seconda di chi la esprime, riproduciamo un brano tratto dal e-book “La partita del ventennio” di Marino Parodi (Durito Edizioni), che racconta dettagliatamente le vicende di Genoa-Bologna del 1925. In particolare, si fa chiarezza sull’episodio della sparatoria alla stazione di Porta Nuova a Torino, attribuita da Maltese ai genoani. 

Questa pubblicazione è soltanto una delle innumerevoli opere (tra cui ricordo “Le 110 partite del Genoa” di Franco Venturelli – Nuova Editrice Genovese) che documentano l’accaduto. Si potrebbe obiettare che sono state scritte da genoani, liguri, o simpatizzanti del Grifone. In realtà, tutti questi lavori si basano su fonti documentarie ben precise (giornali dell’epoca, fotografie, sentenze, racconti, memorie scritte…) delle quali chi si accinge a scrivere un articolo su un periodico nazionale dovrebbe perlomeno conoscere o aver sentito nominare. Almeno, noi di Letture Genoane la pensiamo così. E, ne siamo sicuri, non solo noi.

Un caro saluti a tutti e forza Genoa!

Monica Serravalle monica.serravalle@tin.it

Ps. L’e-book a cui ho fatto riferimento è molto interessante, ma purtroppo non è facilmente reperibile; lo sto leggendo con grande passione. Nei mesi estivi pubblicherò la recensione.

Tratto da “La partita del ventennio” di Marino Parodi pagg 196-197

«Verso le 20, alla stazione di Torino Porta Nuova, le cose precipitano in maniera peggiore di quanto non fosse già successo dopo il match disputato sul green del Milan. In modo poco prudenziale, i due convogli speciali, predestinati a raccogliere lo sciame di supporter delle due opposte fazioni per trasportarli nelle rispettive città di appartenenza, erano affiancati uno all’altro. Il treno per Bologna, che doveva partire un quarto d’ora prima rispetto a quello per il capoluogo ligure, era separato da quest’ultimo solamente da una distanza di quattro binari nel cui mezzo, a far da barriera senza averne l’arte, era in sosta un terzo convoglio ordinario. Improvvisamente, ma come avvenuto in precedenza, a portare lo scompiglio tra i passeggeri in attesa sono i bolognesi che iniziano a insultare e a inveire contro i dirimpettai che non tardano a rispondere da par loro. A questo punto le cose degenerano: alcuni scalmanati scendono dalle vetture e senza perdere tempo cominciano a lanciare sassi, che certo non mancano, contro quelle genoane. Queste, a loro volta, si vedono svuotate rapidamente di alcuni loro occupanti che intendono non perdere l’occasione di far valere le proprie ragioni. Le due fazioni non vengono a contatto diretto, per l’intervento della forza pubblica, ma soprattutto per l’immediato ordine di partenza al treno felsineo, su cui si precipitano gli assalitori che rischiano di tornare in Emilia a piedi. Questa accelerazione delle operazioni di partenza sembra riportare la calma nella stazione torinese ma un inaspettato colpo di scena, e proprio di colpo si può parlare, lascia un ricordo spiacevole a tre malcapitati. Mentre il convoglio sta prendendo velocità, si ode nitidamente uno sparo di rivoltella, a cui ne seguono, tra il panico che si diffonde tra le persone, molti altri, una ventina circa. Gli spari provengono dalle ultime carrozze del treno che sta andando via mentre divampa la confusione tra la folla rimasta sui binari (questo è quanto riportato nel documento rilasciato dalla questura). I primi due sventurati, un tifoso genoano (identificato M.De Barbeiri) e il capo stazione, accusano delle ferite lievi, entrambi alle mani, mentre rimane accasciato per terra un giovane genovese (identificato F.Tentorio), centrato in pieno da una pallottola che lo ha trapassato, anche se fortunatamente in un punto non vitale, tra corpo e spalla. Immediatamente soccorso il giovane genoano viene trasportato urgentemente all’ ospedale San Giovanni dove, dopo le cure necessarie, poteva essere dimesso col trascorrere dei giorni. Il treno degli assalitori viene quindi fermato ad Asti dove i carabinieri, saliti per svolgere le necessarie indagini, sembra che arrestino tre persone. Mentre con molto ritardo il treno per Bologna riprende il suo viaggio, che viene terminato alle tre del mattino, sul convoglio genovese parte una colletta a favore dello sventurato ferito che raggiunge le 1.500 lire e prosegue successivamente in uno dei ritrovi dei supporter genoani, il bar Carlo Felice. La mancata tragedia suscita nell’opinione pubblica una grandissima indignazione. E’ oltremodo impensabile che per una partita di calcio si possa rischiare di perdere la vita, figurarsi se questo avviene dopo essere stati passati per le armi. Nonostante i ripetuti tentativi, da parte dei soliti quotidiani di insabbiare o minimizzare l’accaduto, le polemiche si fanno sempre più roventi…»

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