L’ “Esilio volontario” di Freddie Del Curatolo tra musica e ironia

La recensione del nuovo cd del cantante e scrittore tifoso del Genoa: un mix di sonorità liguri e africane

Freddie Del Curatolo

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In questo periodo “vacanziero” mi sono ritrovata ad ascoltare l’ album di Freddie Del Curatolo, l’ultima sua fatica discografica intitolata “Esilio volontario”.

Vi chiederete, cari ed affezionatissimi lettori, come mai in una rubrica intitolata “Letture genoane” compaia, come per magia, la recensione di un lavoro musicale, che di Genoa non parla specificamente.

Ho scelto di farlo perché vorrei proporvi, oltre ai testi sulla nostra beneamata squadra, anche lavori di genoani, che sono riusciti a vario titolo, con le loro capacità e inclinazioni, a proporci una letture alternative della realtà.

Il cd (10 tracce, tutte molto ben arrangiate) si rivela interessante fin dal titolo, che si presta a diverse interpretazioni. Esilio volontario di chi decide di fuggire una realtà fatta di quotidianità ripetitiva ed alienante, “ritagliandosi” tempi e spazi originali; di chi si sposta in luoghi lontani per conoscere e, inevitabilmente, conoscersi meglio. In questo modo il luogo di elezione diventa parte delle radici, della cultura; nel caso dell’autore, da Genova (e dalla Liguria) al Kenia. Il contatto con le popolazioni native e la valorizzazione delle loro tradizioni (sentire il motivo Taireni per credere) finisce per diventare parte della propria esperienza.

Il connubio tra musica, strumentazione e voce aggiunge, a fasi alterne, ironia, gravità, pensosità.

Insomma, cari lettori, Esilio volontario è venuto in viaggio con me, dividendo lo spazio (e gli ascolti) con Innuendo dei Queen.

Freddie e Freddie…

Vorrà pur dire qualcosa?

Esilio volontario

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