Correva l’anno 1982: il Genoa subì un’incredibile rimonta dal Milan

Nonostante la vittoria per 2-1 al Ferraris i rossoneri sarebbero retrocessi all'ultima giornata in serie B, beffati proprio dal Grifone che pareggiò a Napoli

Una formazione del Genoa 1981-82. In piedi, da sinistra a destra: Gorin II, P. Iachini, Martina, Ca. Gentile, Onofri, V. Romano II, Vandereycken; accosciati, da sinistra a destra: Testoni, Briaschi I, G. Corti sr., T. Manfrin (Foto da Wikipedia)

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Entrambe tornate in Serie A alla fine del Campionato 1980/1981, Genoa e Milan si affrontarono domenica 18 aprile 1982 al “Luigi Ferraris” di fronte a quarantacinquemila spettatori alla quint’ultima giornata di campionato. Se gli «addetti ai lavori» potevano prevedere in sede di pronostico precampionato che il Grifone a quel punto del torneo sarebbe stato impegnato nella lotta per la salvezza, era impensabile che in essa fosse coinvolto il Diavolo, una squadra che nella sua formazione-base schierava sei undicesimi della squadra campione d’Italia tre anni prima. Penultimo, dopo aver raccolto nelle prime dieci giornate del girone di ritorno la miseria di quattro punti (di cui uno negli ultimi cinque turni), e distanziato di quattro lunghezze dal Genoa, che occupava con 20 punti il tredicesimo posto (l’ultimo che valeva la salvezza), il Milan si presentò a Genova con l’unica prospettiva di vincere lo scontro diretto per dimezzare lo svantaggio dai rossoblù e porsi nei loro confronti in posizione favorevole nella classifica avulsa degli scontri diretti (all’andata la partita era finita a reti bianche), che dirimeva a fine campionato le situazioni di parità in quella generale, stabilendo chi sarebbe rimasto nella categoria e chi l’avrebbe dovuta abbandonare.

Le speranze dei milanisti sembrarono crollare quando, al 31’ del 1° tempo, Massimo «il nuovo Rossi» Briaschi I mise con un bel colpo di nuca alle spalle di Ottorino Piotti un pallone crossatogli dalla bandierina di destra dal belga Renè Vandereycken. Dopo aver subito la superiorità territoriale del Genoa (andato vicino al raddoppio con un forte calcio di punizione di sinistro da una trentina di metri di Vandereycken deviata sopra la traversa da Piotti), il Milan, dopo aver nuovamente rischiato di subire il raddoppio al 10’ della ripresa, quando il liberissimo Fabrizio Gorin II, che era subentrato al 17’ del 1° tempo a Mario «Marietto» Faccenda, che aveva subito una forte botta al perone sinistro, servito da un calcio di punizione dalla tre quarti di sinistra battuto dal regista belga, aveva messo con un colpo di testa il pallone sopra la traversa) ebbe un’orgogliosa reazione nel 2° tempo, che, però, per tutta la prima mezz’ora non diede frutti (dopo pochi minuti Roberto «Dustin» Antonelli sr. si vide respingere un tiro da distanza ravvicinata dal corpo del portiere italo-jugoslavo Silvano «Beara» Martina e al 29’ il pallone calciato in giravolta di destro dal limite dell’area di rigore da Walter Alfredo «Monzon» Novellino I si stampò sul palo sinistro per poi essere calciato alto da Fulvio Collovati).

A quel punto l’allenatore Italo Galbiati decise di inserire il veterano Aldo «Malderone» Maldera III al posto del giovane Alberigo «Bubu» Evani. Il giocatore appena entrato si involò sulla fascia sinistra, dove venne raggiunto da un calibrato lancio di Giuseppe «Beppe» Incocciati (che, dopo l’intervallo, aveva preso il posto di Maurizio Venturi) e, a cinque metri dalla linea di fondo, dosò un tanto calibrato quanto beffardo pallonetto di sinistro, che scavalcò Martina. Cinque minuti dopo, a conferma di una regola non scritta del calcio che vuole che gli attaccanti combinino dei disastri quando operano da difensori, Briaschi I, che non si era accorto di trovarsi all’interno dell’area di rigore, interruppe con un fallo di mano una triangolazione, comunque pericolosa, tra Antonelli sr. e Francesco «Ciccio» Romano. Il signor Gino Menicucci di Firenze non poté far altro che concedere la massima punizione, trasformata, per il definitivo 2-1 a favore del Milan, con un gran tiro di destro in diagonale da Franco «Kaiser Franz» Baresi II, che Martina, pur avendo intuito la direzione, non riuscì a respingere in tuffo.

Il duello tra Genoa e Milan sarebbe proseguito a distanza nelle successive quattro domeniche. All’ultima giornata, i rossoneri, sotto di due reti a metà del 2° tempo, si resero autori, grazie alle reti dello scozzese Joseph «lo Squalo» Jordan al 22’, di Romano al 27’ e di Antonelli sr. al 36’, di un’incredibile rimonta sul campo di Cesena, che permise loro di agganciare a 24 punti in classifica il Genoa, a quel punto soccombente 1-2 al “San Paolo” di Napoli, e di superarlo in virtù della classifica avulsa degli scontri diretti. Mentre sul prato di “La Fiorita” i tifosi milanisti festeggiavano, al fischio di chiusura, la salvezza, giunse via radio la notizia che Faccenda aveva pareggiato per il Genoa a Napoli (all’epoca non vigeva la regola della contemporaneità delle partite negli ultimi turni e il Genoa ci aveva «marciato», facendo dire a Gorin II, quando le squadre erano state richiamate in campo per la ripresa, che non ricordava più dove aveva messo le scarpe da gioco!), salvando la propria squadra e condannando il Milan al secondo campionato di Serie B della sua storia.

TABELLINO

Genova, domenica 18 aprile 1982, Stadio “Luigi Ferraris”, ore 15,30 [XXVI giornata del Campionato di Serie A 1981/1982]

Genoa-Milan 1-2

Spettatori: 45.000 circa

Arbitro: Menicucci [Firenze]

Marcatori: Briaschi I (G) al 31’ del 1° tempo; Maldera III (M) al 30’ e Baresi II (M) su rigore al 35’ del 2° tempo

Genoa: 1 Martina, 2 V. Romano II (dal 31’ del 2° T.: 15 Manfrin), 3 Testoni, 4 G. Corti, 5 Onofri, 6 Faccenda (dal 17’ del 1° T.: 13 Gorin II), 7 Vandereycken, 8 Boito, 9 R. Russo, 10 P. Iachini, 11 Briaschi I. All.: L. Simoni

Milan: 1 Piotti, 2 Icardi, 3 Tassotti, 4 Venturi (dal 1’’ del 2° T.: 15 Incocciati), 5 Collovati, 6 Baresi II, 7 Novellino I, 8 S. Battistini II, 9 Antonelli sr., 10 Evani (dal 29’ del 2° T.: 13 Maldera III), 11 F. Romano. All. I. Galbiati

Stefano Massa

(membro del Comitato Ricerca e Storia del Genoa per la Fondazione Genoa 1893)

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