Considerazioni di Stefano Massa sul Campionato 1914/1915

Dopo aver ascoltato gli interventi radiofonici degli avvocati Gian Luca Mignogna e Pasquale Trane, mi sembra giusto fare delle considerazioni per chiarire alcuni punti che hanno creato fraintendimenti. Innanzitutto l’avv. Mignogna si preoccupa che le tesi della Fondazione Genoa 1893 siano state riportate da siti laziali come indiscutibili, ma altrettanto è avvenuto, per dovere di […]

Il Genoa trionfatore nel derby contro l'Andrea Doria nel 1915

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Dopo aver ascoltato gli interventi radiofonici degli avvocati Gian Luca Mignogna e Pasquale Trane, mi sembra giusto fare delle considerazioni per chiarire alcuni punti che hanno creato fraintendimenti.

Innanzitutto l’avv. Mignogna si preoccupa che le tesi della Fondazione Genoa 1893 siano state riportate da siti laziali come indiscutibili, ma altrettanto è avvenuto, per dovere di cronaca, a parti invertite; meglio farebbe a chiedersi come gli sia stata attribuita da quelli biancocelesti una frase assurda da lui mai pronunciata, secondo la quale una squadra non può finire una partita in nove uomini. Effettivamente ha parlato di irregolarità della situazione di nove uomini in campo, ma riferendola all’inizio della partita (come tale, secondo lui, elemento invalidante della medesima). Non mi è mai capitato in cinquant’anni in cui seguo il calcio di assistere a un incontro in cui il numero iniziale di giocatori in campo fosse inferiore a quello canonico di ventidue, ma tale situazione non era infrequente nel calcio pionieristico e, come co-autore (con Emiliano Foglia) del libro 23 Maggio 1915: lo Scudetto spezzato, l’avv. Mignogna ha avallato la tesi opposta (che è anche quella giusta), visto che a pag. 57 si legge: “Il 4 ottobre 1914 in Acqui-Genoa 0-18 [punteggio riportato solamente dal Corriere della Sera e comunque smentito a pag. 59 dal più credibile 0-16] si registrò il record assoluto di segnature in una partita vinta in trasferta. Quel giorno, a dire il vero, l’Acqui si presentò in campo con soli nove giocatori, perché due [dei] suoi atleti migliori [Danié e Gibelli] non risultarono tesserati regolarmente”. Giova ricordare che l’arbitro designato a dirigere l’impari sfida era Nino Resegotti, che con il suo referto fece omologare il risultato della partita e che di lì a poco sarebbe diventato l’allenatore (all’epoca si chiamava così la persona che seguiva da bordo campo gli Azzurri scelti dai membri della Commissione Tecnica) della Nazionale Italiana. Semmai sull’ufficialità della partita Naples-Internazionale Napoli 4-1 del 23 maggio 1915 si potrebbero nutrire dubbi, leggendo che chi la diresse era Attilio Bruschini, socio della squadra vincitrice, ma l’articolo di Il Mattino di domenica 7-lunedì 8 marzo 1915 di presentazione del mai disputato incontro di andata del Campionato Meridionale 1914/1915 Naples-Internazionale Napoli per il rifiuto di scendere in campo – per questioni organizzative – degli ospiti, non sanzionati dall’inchiesta promossa dalla F.I.G.C., era il medesimo arbitro designato dal Comitato Regionale Campano.

La copia de Il Mattino 7-8 marzo 1915 con ritagli da pagg. 1-3
La copia de Il Mattino 7-8 marzo 1915 con ritagli da pagg. 1-3

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