La lavagna tattica: il Genoa non gioca più

Difficile per una squadra in crisi di risultati e di gioco andare a San Siro ed imporsi, ma non provarci neanche grida vendetta


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[tps_title]Centrocampo privo di idee e Simeone abbandonato al proprio destino[/tps_title]

È da mesi che si parla dell’assenza di Veloso, giustamente, perché senza il centrocampista portoghese questo Genoa sembra incapace di costruire. Cataldi non si è ancora inserito, fluttuando dalla posizione di play a quella di mezzala senza troppo costrutto. Ntcham e Hiljemark fanno quello che possono: tanta corsa, tanta abnegazione in fase di non possesso ma in fase di costruzione sono per lo più nulli. Il risultato è fin troppo chiaro: la fase offensiva del Genoa è a dir poco inesistente. Simeone è lo specchio fedele di questa situazione: combatte, pressa, ma di palloni buoni da trasformare in gol non ne riceve da un pezzo. I motivi sono da ricercare nella scarsa predisposizione dei centrocampisti rossoblù nel verticalizzare con efficienza, in più agli esterni d’attacco – in questo caso Taarabt e Lazovic- viene chiesto una mole di lavoro straordinaria soprattutto in fase difensiva. Tutto normale, ma per poter rendere anche in fase offensiva( essendo degli attaccanti) dovrebbero essere sostenuti da una condizione atletica migliore. Condizione atletica che al momento non sorregge il marocchino, mentre Lazovic sembra essere limitato dagli eccessivi compiti difensivi.

Schema Genoa col Milan

Nell’immagine in alto sono riproposte le posizione medie occupate dai genoani. Il 4-3-3 si trasforma in 4-5-1 con Lazovic e Taarabt chiamati a coprire una porzione di campo troppo ampia: a risentirne è la pericolosità del Grifone in fase offensiva, poiché i due esterni non riescono a ribaltare l’azione in maniera veloce e ficcante.

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