La lavagna tattica: il Genoa non gioca più

Difficile per una squadra in crisi di risultati e di gioco andare a San Siro ed imporsi, ma non provarci neanche grida vendetta


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[tps_title]4-3-3 esperimento o nuovo assetto tattico?[/tps_title]

A Milano i rossoblù hanno abbandonato dopo tempo immemore la difesa a tre. Mandorlini dopo aver proseguito sulla strada segnata dal suo predecessore ha derogato per la prima volta, ritornando al modulo che gli ha regalato maggiori soddisfazioni, soprattutto ai tempi del Verona: il 4-3-3. Izzo e Laxalt terzini atipici, al centro della retroguardia la coppia argentina formata da Munoz e Gentiletti. Classico centrocampo da 4-3-3 con Cataldi a dettare i tempi ( almeno nelle intenzioni) supportato da Ntcham e Hiljemark. A formare la linea offensiva il tridente composto da Taarabt (sx) e Lazovic (dx) con Simeone a fungere da riferimento centrale. Nulla da eccepire, soprattutto nella mezz’ora iniziale il Genoa ha difeso con ordine, andando ad attaccare i portatori di palla rossoneri anche nella loro metà campo. Peccato che l’aggressività del Grifone sia durata fino al gol di Mati Fernandez: da li in poi il Genoa è evaporato. Praticamente gli uomini di Mandorlini hanno difeso lo svantaggio minimo per poi abbozzare una timidissima reazione nei minuti finali: davvero troppo poco.

Munoz blocca Lapadula (Foto Getty Images)
Munoz blocca Lapadula (Foto Getty Images)
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