Brutto, pragmatico e vincente: ecco il Genoa di Ballardini

Non ha incantato, ha sofferto, a tratti ha sbandato ma il Grifone è riuscito ad espugnare il “Bentegodi” dopo 59 anni di astinenza

La "magia" del Mago Balla (foto di Genoa CFC Tanopress)

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Brutto, sporco e vincente: questo è il Genoa di Ballardini. Non ha incantato, ha sofferto, a tratti ha sbandato ma è riuscito ad espugnare il “Bentegodi” dopo 59 anni di astinenza. Il Grifone targato Davide Ballardini sta facendo del pragmatismo la sua bandiera, dimostrando di essersi calato perfettamente nella dimensione in cui si è ritrovato, volente o nolente: la lotta salvezza. In questi casi all’estetica deve essere preferito – per cause di forza maggiore – il risultato, una volta ottenuto si può lavorare serenamente sulla qualità del gioco. Per sommi capi è questo il messaggio lanciato da Ballardini, ma anche da Veloso e Pandev – i due tesserati rossoblù intervenuti nel post partita – su quanto visto in campo contro il Verona: «sappiamo di non aver disputato una buona partita, ma contava esclusivamente il risultato», come dargli torto? Dal suo arrivo sulla panchina rossoblù alla voce punti conquistati si legge un incredibile 7, frutto di 2 vittorie ed 1 pareggio, con appena un gol incassato. A dar maggior lustro al Ballardini III sono le due vittorie, conquistate contro due concorrenti per la salvezza: Crotone e Verona, oltre ad aver strappato un punto con una Roma più che temibile. Per migliorare la qualità del gioco ci sarà tempo e modo, anche perché con i risultati ottenuti nelle ultime settimane la fiducia nei calciatori è destinata a crescere, e conseguenzialmente anche provare una giocata in più risulterà essere più facile. Ma vediamo nel dettaglio cosa ci ha detto Verona-Genoa.

Lo scatto di Adel Taarabt (foto di Genoa CFC Tanopress)
Lo scatto di Adel Taarabt (foto di Genoa CFC Tanopress)
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