BIRASCHI: “Grazie a mister Juric sto migliorando ogni giorno”

"Mi mangio i compagni con gli occhi per studiare i movimenti e rubare i segreti del mestiere" racconta il difensore del Genoa

Biraschi in allenamento (Foto Genoa cfc)

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“Grazie al lavoro che sto compiendo con mister Juric sto vedendo miglioramenti ogni giorno”. Davide Biraschi racconta al sito ufficiale del Genoa i suoi primi mesi trascorsi in rossoblù. “Rispetto alla Serie B in A il livello è molto più alto. Mi mangio i compagni con gli occhi per studiare i movimenti e rubare i segreti del mestiere. E’ come se prendessi lezioni tutti i giorni”. Il difensore sta aspettando il momento di poter giocare con la gloriosa maglia del club più antico d’Italia: si prepara per rispondere al momento in cui sarò chiamato dal tecnico. Si è perfettamente integrato con i compagni: “Sono in un gruppo fantastico, se penso che sono arrivato da due mesi e invece mi sembrano due anni. Sento che sto crescendo soprattutto sotto il profilo mentale. Il Genoa è un club molto ben organizzato e non fa mancare ciò di cui un giocatore ha bisogno”.
Biraschi racconta un episodio del 6 settembre scorso, quando durante la festa per i 123 anni del Grifone, si trovò per la prima volta davanti tantissimi tifosi rossoblù. “Arrivai in lieve ritardo dal ritiro dell’Under 21, i compagni mi aspettarono prima di muoversi con il pullman. Genova è una città assai diversa da Roma, penso però di essermi ambientato”.

Biraschi ha un aspetto molto più maturo dei suoi 22 anni. Sarà forse per quella barba “che porto da ragazzo”, racconta, che fa da contraltare al suo taglio di capelli da marine americano. Il giocatore racconta la sua ultima esperienza negli azzurrini del ct Di Biagio, in cui ha giocato nell’amichevole contro l’Inghilterra: “Essere nel gruppo dell’Under 21 mi rende orgoglioso e gratifica: è il gradino prima della Nazionale maggiore, la concorrenza è tanta ma fa parte del gioco. Quando in campo ascolto l’inno provo emozioni straordinarie, lì sai che rappresenti la nazione e affiorano i sacrifici fatti”. E a proposito di sacrificio, un pensiero va alla sua famiglia: “Non è stato facile andare via di casa a 17 anni, lasciare una famiglia in cui tutti si mettono a disposizione e gli egoismi restano fuori dalla porta, al di là delle questioni dettate da futili motivi. Per le cose importanti ragioniamo proprio come una squadra”.

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