Perin, quando il portiere è lo specchio della squadra

Allo Scida il capitano ha infuso sicurezza ai compagni in ogni intervento in presa alta. Il ruolo psicologicamente determinante del portiere

Perin si distende a terra (foto di Genoa Tanopress)

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Il portiere riflette lo stato di salute della squadra. E’ in condizione di parare quando esiste una forte coesione del gruppo, ovvero subisce tiri e gol se c’è anarchia, indisciplina tattica, autogoverno. Lo ha dimostrato Perin a Crotone: nessun intervento importante in novanta minuti. Situazione che non accadeva da almeno un anno quando il Genoa di Juric volava alto in classifica. Non a caso, dunque. Il ruolo dell’Airone è stato facilitato da Ballardini che, da buon italiano-sacchiano, è intervenuto tempestivamente sulla fase difensiva aggiustando il colabrodo forellato. Il risultato è perfettibile ma di questo passo le imbarcate saranno sempre meno.

Perin torna a non subire dieci tiri a partita e il Genoa vince. Equazione di primo grado. Merito della squadra, da Taarabt in giù. A Crotone tutti hanno corso abbondantamente (Veloso e Pandev sono usciti stremati) e con una logica di gioco. Il Genoa, inoltre, non è mai uscito dalla partita dilapidando il vantaggio maturato nel primo tempo alla prima occasione buona. La cattiveria sottoporta è da affinare ma la lucidità nei novanta minuti aiuta a conservare le situazioni a proprio favore. Segnali positivi dati dal cambio di guida tecnica.

E’ ancora presto per decretare l’avvenuta riscossa genoana ma i primi bagliori sono incoraggianti. Allo Scida Perin è stato di grande aiuto con interventi all’apparenza semplici, come una presa alta. Chi ha giocato a calcio sa quanto sia importante un portiere che rischi l’uscita dai pali in occasione dei traversoni: se la blocca, tranquillizza tutti siccome il Genoa non è proprio invincibile sulle palle inattive. Perin ha parlato attraverso le parate e interpretato un ruolo di supporto psicologico fondamentale soprattutto nei minuti finali della partita. Mattia c’è, è dura fargli gol oggi. I suoi gesti tecnici hanno rasserenato i compagni e fatto capire l’importanza dell’Airone anche quando non salva il Grifo con un tuffo all’incrocio dei pali.

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