Il Genoa celebra oggi il compleanno di Becattini

Fosco, "Palla di gomma", al Grifo dedicò l'intera sua carriera: 415 apparizioni in rossoblù

Fonte: sito ufficiale Genoa CFC

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Fosco Becattini avrebbe compiuto gli anni oggi, se solo non se ne fosse andato il 14 dicembre scorso alla venerabile età di 91 anni. Icona del Genoa, club al quale dedicò l’intera sua carriera, “Palla di gomma” avrà sempre il suo nome scritto tra le polverose pagine di storia del club più antico d’Italia. Le sue 425 presenze spalmate su 16 anni, condite da un’unica rete e battute solo da Gennaro Ruotolo, ne fanno certamente uno dei personaggi più amati sulla sponda rossoblù del Bisagno. Ed è proprio nel giorno del suo compleanno che il Genoa lo ricorda, omaggiando la sua memoria.

Terzino operaio, impostazione classica del ruolo pur essendo basso di statura e notevolmente agile, sperimentò fama e vestì pure la prestigiosa maglia della nazionale. Giusto premio alla fedeltà, al suo rapporto d’amore con quella trincea rossoblù che risponde al nome di Luigi Ferraris e vede oggi il suo campo parallelo allo scorrere del fiume contiguo. Freccia elastica ma sorprendentemente feroce, fece della sua genoanità il marchio di fabbrica che più di ogni altro lo contraddistinse. Quanto alle sue radici, ramificate a Sestri Levante. Fosco è l’unico sestrese ad aver calcato i prati di Serie A.

Col fratello, da piccolo, era solito trascorrere pomeriggi interi a giocare a pallone sul bagnasciuga di un mare che l’avrebbe trattenuto in Liguria dal 1945 al ’61. Baciato dall’acqua e da un sole generoso e ritemprante, in tempi poveri e profondamente segnati dalle ferite belliche, tempi in cui un piatto di minestra non si negava a nessuno, Fosco fece molti sacrifici pur di coronare il suo sogno. Le interminabili giornate in treno, dalla sua Sestri Levante a Zena con quel Grifone sempre cucito addosso. Il sapore impregnante di chi, giorno dopo giorno, si stava costruendo una carriera con lavoro e sudore. Una vita da professionista, ligia e ordinata, le sere al bar con gli amici ma mai che si protraessero oltre le 21 per via degli allenamenti del giorno dopo.

Fosco, di Genova, apprezzava tutto. Il mare, i tramonti osservati con quell’aria di chi è di casa, con buona pace di Paolo Conte e “quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così, che abbiamo noi prima di andare a Genova”. Ancor oggi, pensando a Becattini, i tifosi del Grifo coi capelli bianchi rivedono memorabili rovesciate a mezz’altezza. La maglia numero 3, quella che nella simbologia tradizionale elegge il terzino sinistro ma che innegabilmente porta qualcosa del prototipo di un Roberto Carlos, che non s’accontenta di difendere. Le 215 presenze nella massima serie, con la fascia di capitano e uno squadrone tutt’intorno, sfociano nel mito e nell’epica. In campo con Carlini, Delfino, Dalmonte. Carapellese, le giocate a dialogare con Abbadie, e ancora Rivara, Bean, Baveni, Pantaleoni. Centoventicinque anni fa stava per nascere il Genoa. Il motivo per cui amiamo così tanto quel Grifone, forse, è proprio perché negli anni abbiamo ammirato gente come Becattini vestire i colori rossoblù.

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