Un pareggio frutto di una possibile mutazione genetica nel gioco del Genoa

Da formazione blindata in difesa, a squadra che gioca “cappa e spada” che sa rispondere colpo su colpo agli avversari

Marco Liguori (Pianetagenoa1893.net)

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«Eh…già! Sembrava la fine del mondo, ma sono ancora qua». Prendo in prestito, miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, le strofe della celebre canzone di Vasco Rossi “Eh…già!”: per qualcuno sembrava davvero che il Genoa potesse precipitare in caduta libera nei bassifondi della classifica. Una sorta di “8 settembre” rossoblù che, invece, non c’è stato. Come il Trenino di Casella, la squadra è riuscita con costanza e perseveranza a superare le difficoltà del percorso e a raggiungere un risultato positivo, reagendo sul 2-0 inflitto dalla Fiorentina e anche dopo sul 3-2. Il terzo svantaggio sembrava una mazzata sugli uomini di Juric: invece, hanno saputo caparbiamente cercare il pareggio sino alla fine. Intendiamoci, i problemi non sono scomparsi d’incanto: manca una diga a centrocampo che riesca a bloccare le manovre avversarie davanti alla difesa. Non c’entra nulla Izzo: ha fatto ciò che ha potuto e qualcosa anche in più in un ruolo non suo. In più, c’è stato l’episodio del primo gol, un “gollonzo” alla Mai Dire Gol nato sull’equivoco tra Munoz e Lamanna che ha messo in difficoltà il Grifone. Episodio che ha rappresentato il culmine di un primo tempo giocato male, regalato agli avversari che lo hanno saputo sfruttare solo in minima parte. Un Grifone con una maggior copertura difensiva (com’era nel girone di andata) avrebbe potuto conquistare la posta piena: i viola presentano problemi in fase difensiva, come avevo spiegato ieri nella presentazione della partita, che Taarabt, Hiljemark e, soprattutto, Simeone hanno saputo sfruttare.

Forse è presto per dirlo, ma probabilmente col pareggio odierno siamo dinanzi a una sorta di mutazione genetica del gioco dei rossoblù. Da formazione blindata in difesa a squadra che gioca “cappa e spada”, ossia sa rispondere colpo su colpo agli avversari con sciabolate ben assestate. E’ un gioco rischioso, ma che almeno per oggi è ben riuscito grazie all’ingresso di Taarabt: meno male che non era in forma. Quando lo sarà, immagino che metterà sui piedi di Simeone una caterva di assist. Domenica prossima contro il Sassuolo, occorrerà apportare qualche correttivo per cercare di agevolare il lavoro della retroguardia. Speriamo in un rientro di Veloso, eliminerebbe qualche problema a Juric. A proposito: ma perché il tecnico non sostituisce lo stanco Laxalt con Morosini o Beghetto? I due giovani, considerati tra i migliori della serie B, devono pure esprimere il proprio valore prima della fine del torneo.

Da “Eh…già!” a “Ah…già!” sul calciomercato che terminerà dopodomani. C’è la telenovela Ocampos da concludere. Resta incomprensibile il motivo perché il Genoa lo abbia lasciato andare in direzione Milan prima dell’ok definitivo: Palladino, se arriverà, non sarà prima di martedì visto che il Crotone aveva un’importante scontro salvezza (che ha vinto) contro l’Empoli. Sarebbe stato più opportuno se fosse rimasto a Pegli e poi da domattina ognuno sarebbe andato per la sua strada. E se non andasse al club rossonero: ci sarebbe, consentitemi la battuta, la soluzione di un parcheggio al Baiardo. Scherzi a parte, potrebbe tornare comunque utile. Passo e chiudo!

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