Rifondazione genoana

Le note positive e negative della squadra di Mandorlini. Lo sciopero dei tifosi e gli interrogativi sul futuro del club più antico d'italia

Marco Liguori (Pianetagenoa1893.net)

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Ha ragione Andrea Mandorlini: la squadra ha cuore e carattere. Sono caratteristiche queste, miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, molto importanti da cui si può ripartire per la rifondazione genoana. Lo si è notato per la voglia di non mollare che ha portato al pareggio di Ntcham: un gol che vale la conservazione degli 11 punti di distacco dal Palermo, terzultimo e in odore di retrocessione. E’ positivo anche il 3-5-2 del nuovo tecnico: offre maggiore copertura e non snatura il ruolo di Rigoni, Cataldo e Hiljemark. La squadra ha creato occasioni, anche se occorre occorre concretizzarle di più. Discreta l’intesa tutta sudamericana tra Simeone e Pinilla: non appena saranno più affiatati, potrebbero donare soddisfazioni. Da sfruttare di più i cross di Lazovic. Bene l’esordio nel finale di Morosini: una carta in più per il prosieguo del torneo.

Non mi ha convinto la mancanza di pressing a centrocampo. Ciò sarà anche figlia della paura che ha pervaso i giocatori per tutta la durata della partita: un peccato, contro un avversario non certo irresistibile come il Bologna che ha saputo essere raramente pericoloso e che ha segnato soltanto su punizione. Occorre strappare più palloni dai piedi degli avversari e di scattare in contropiede. Altra nota stonata: Laxalt si è spento come un cerino, fino a sparire nella ripresa. E’ forse giunto il momento di provare Beghetto. Da registrare meglio la fase difensiva: in alcuni momenti sembrava esserci uno scollamento tra difesa e centrocampo.

La rifondazione genoana passa anche attraverso lo sciopero dei tifosi. C’è una gran parte della tifoseria che contesta le politiche della dirigenza: in particolare, il continuo andirivieni di giocatori durante le sessioni di mercato e la mancanza di un progetto chiaro. E’ possibile che il Grifone debba solo galleggiare in campionato, aspirando al massimo alla salvezza, e non possa ambire, prima o poi, alla partecipazione a una competizione europea, ottenendo la tanto agognata licenza Uefa? Il suo mancato conseguimento nel 2015 significò la mancata partecipazione dei rossoblù all’Europa League. Il club più antico d’Italia ha le forze per fare un salto di qualità? Oppure potrebbe essere messo in vendita? Gran parte dei tifosi, finora molto delusi e che oggi hanno protestato, attendono risposte dal presidente Enrico Preziosi. Il cambio di tecnico deciso dal patron ha sicuramente dato un effetto positivo: ma i supporter rossoblù si interrogano sul futuro della squadra e della società.

Domenica prossima il Genoa volerà ad Empoli: non sarà una passeggiata. La squadra di Martusciello “gioca un calcio aggressivo” ha ricordato Mandorlini. Occorrerà cogliere almeno un punto per proseguire nella ricostruzione del morale. Passo e chiudo!

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