Il Genoa ha la febbre da gol mancati

Troppe occasioni mancate anche contro la Spal, più un rigore mancato da Lapadula. Una buona notizia: Grifone con 7 punti di vantaggio sul Crotone terzultimo

Marco Liguori (Pianetagenoa1893.net)

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Nel 2013 (clicca qui) avevo usato un’espressione del dialetto romagnolo tanto caro a Davide Ballardini. «Av deggh on quel, l’ha la fevra»: la traduzione è «Vi dico una cosa, ha la febbre». All’epoca però indicava le quotazioni al rialzo del Genoa, come un titolo in Borsa: stavolta invece, miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, indica la febbre da gol mancato dei rossoblù ormai diventata cronica con il pareggio odierno contro la Spal. Ballardini ha spiegato nel dopo partita che le occasioni da gol del Grifone sono state sette: lo confermano le statistiche della Lega di A che riportano che i tiri in porta sono stati cinque proprio come quelli della Spal. Il problema è che nessuna di queste è stata concretizzata. E se gli attaccanti non finalizzano le azioni sotto porta, non c’è la “cooperativa del gol” costituita dal resto della squadra a scagliare i palloni nelle reti avversarie. Lapadula oggi ha avuto un rendimento fortemente altalenante: un rigore sbagliato, un secondo trasformato e due occasioni mancate. Ho contato due tiri da fuori area, entrambi a ripresa inoltrata: uno di Medeiros a effetto che ha sfiorato un palo, il secondo di Biraschi terminato sull’esterno della rete sopra la traversa. Perché non provare prima più volte quest’arma? Anche sui corner, i rossoblù hanno dimostrato per l’ennesima gara la loro debolezza. Regola prima toccare e giocare bene il pallone, regola seconda tirare in porta e segnare: il Genoa ha perso le ennesime occasioni anche stavolta. C’è però una buona notizia: i punti di vantaggio dal Crotone terzultimo (la prima delle tre posizioni che porta alla serie B) sono saliti a sette. E le squadre poste sotto al Grifone restano sempre cinque.

Ieri avevo detto che il Vecchio Balordo avrebbe potuto impantanarsi nella linea mediana dello schieramento speculare (3-5-2) della Spal. Purtroppo è stato così: ci si è messo anche l’errore di Bertolacci che ha innescato il contropiede e il pareggio avversario. E’ vero anche che le fasce hanno funzionato, come avevo pensato, in modo abbastanza continuativo: Lazovic e Laxalt hanno servito palloni al centro. Purtroppo però, sarebbero dovuti essere bassi e non scagliati in aria: non c’era Galabinov a poterli sfruttare, ma Lapadula e altri che non eccellevano nel gioco aereo. E alla fine, purtroppo, è arrivato il pareggio per la Spal. Martedì ci sarà un altro match ball salvezza contro il Cagliari che è crollato in casa contro il Torino: ci vorrebbe una magia del Balla per acciuffare tre punti che porterebbero il club più antico d’Italia a quota 34, sempre più vicino al traguardo salvezza. Passo e chiudo!

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