Ballardini e la “febbre” del rialzo delle quotazioni del Genoa

Civitella di Romagna agosto 1999. Ero in un bar del paese sito nell’Appennino, ospite di amici. Una persona sfoglia un quotidiano e guarda il grafico dell’indice di borsa pronunciando: «Av deggh on quel, l’ha la fevra» che significa «Vi dico una cosa: ha la febbre». E questa frase, miei cari amici genoani da Boccadasse al […]


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Civitella di Romagna agosto 1999. Ero in un bar del paese sito nell’Appennino, ospite di amici. Una persona sfoglia un quotidiano e guarda il grafico dell’indice di borsa pronunciando: «Av deggh on quel, l’ha la fevra» che significa «Vi dico una cosa: ha la febbre». E questa frase, miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, pronunciata in una località a 30 km da Bertinoro, città natale di Davide Ballardini, la possiamo adattare al grafico del rendimento rossoblù al rialzo: «E Genoa l’ha la fevra». Grazie a Ballardèn, che ha conseguito contro l’Udinese la seconda vittoria consecutiva casalinga, le quotazioni del Grifone sono in netto rialzo. Si badi bene, è stato un successo molto particolare quello ottenuto contro la squadra friulana. Si può dire che è stato quello del massimo rendimento: stando infatti alle statistiche, la formazione di Guidolin ha avuto una supremazia territoriale pressoché totale (da 12 minuti e 16 secondi, contro i neanche 7 minuti dei rossoblù) con un possesso palla al 58%. I bianconeri hanno tirato 14 volte di cui tre nello specchio della porta, contro le 11 conclusioni (quattro tra i pali) del Grifone. Una supremazia però sterile: gli uomini di Ballardini hanno vinto segnando un gol. Dunque, massimo risultato con il minimo sforzo, anche se le va dato atto agli avversari del gol mangiato da Merkel e di un’altra occasione. Il Genoa però è stato pragmatico, grazie a una fase difensiva sempre più determinante: una dote che se sarà ulteriormente perfezionata e sfruttata sarà utilissima negli scontri diretti per la salvezza. A cominciare dalla gara di sabato prossimo a Palermo, dove troverà l’ex tecnico Malesani che si giocherà le ultime speranze di permanenza nella massima serie.

Ballardèn resta l’artefice, il “demiurgo” del cambio di mentalità della squadra. Anche oggi pomeriggio ha indovinato tutto, a cominciare dall’ingresso dall’inizio a sorpresa di Bovo (rinato a nuova vita, dopo il disastro del derby) e di Tozser (anche se manca talvolta in fase difensiva e nel finale ha commesso una grave ingenuità a centrocampo). In più cambi impeccabili di giocatori, svolti al momento giusto. Oltre al “nazionale” Antonelli, voglio porre l’accento su Marco Rossi, la cui presenza è risultata fondamentale: tornato in forma, ha trascinato la squadra come non si vedeva da tempo. In difesa è arrivato un leader come Portanova: non sarà un caso, ma da quando è stato ceduto al Grifone, il Bologna annaspa. A turno con Manfredini ha messo la “museruola” al temuto Di Natale. Sulla fascia si è rivista la velocità e la potenza di Vargas che ha ancora margini di miglioramento. E veniamo a Kucka, autore del gol-partita e di una prestazione più che convincente. In attacco, la premiata ditta Bertolacci-Borriello ha svolto un utile lavoro di sacrificio e di apertura degli spazi ai compagni: in questo modo gli avversari si sono trovati spesso in difficoltà. Infine, si giunge al ruolo importante dei tifosi: hanno intuito che i propri beniamini stavano portando in porto un successo più che prezioso e, come aveva auspicato l’allenatore, li hanno incitati per tutti i 94 minuti.

Giusto il tempo di godere la vittoria (festeggiando con un bicchiere di Sangiovese romagnolo e uno di Rossese ligure) e tra sei giorni il Grifone vola a Palermo per una sfida difficile. Ballardini ne ha giustamente sottolineato le difficoltà oggi in conferenza stampa. Ma sono sicuro che il tecnico che ha riportato la serenità, la fiducia e la razionalità nello spogliatoio rossoblù riuscirà anche a portare a casa un altro possibile risultato positivo.

Marco Liguori

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