Se è vero che nel ciclismo gli scalatori appassionano mentre i discesisti vincono, Ivan Juric allora ha compiuto la sua scelta. Andrà forte in discesa. Il tecnico di Spalato ha spremuto il gruppo rossoblù per oltre novanta minuti sul campo centrale del Pio-Signorini: una lunga seduta (a seguito della palestra alla mattina) caratterizzata principalmente da una partitella vera. Non tanto per la perimetria, bensì per l’agonismo e le precise indicazioni dell’allenatore del Genoa. Juric sta modellando il Grifo per conferirgli un’identità di gioco cui aggrapparsi nei momenti difficili. Come quelli che vanno in discesa: a spingere sui pedali sono capaci tutti ma avere il controllo di sé e del mezzo in discesa è tutt’altra cosa.
Presenze in calo a Pegli, il caldo non aiuta e nemmeno la concomitanza dei sorteggi del calendario 2017-2018 che ha distratto praticamente tutti sui gradoni. Dopo aver pescato il Sassuolo (manco fosse la sferetta della Champions League) nessuno ha più fatto caso a cosa accadeva in campo. Un vero peccato perché Juric oggi ha insistito su un concetto chiave del suo gioco: il giro palla da dietro. I nuovi arrivati devono capire che il lancio lungo, il ‘Fosbury’ del pallone, sarà l’estrema ratio del Genoa: si ricorrerà a questo solo se la pressione senza palla dell’avversario risulterà difficile da saltare. Nessuna paura, dal Crotone alla Juventus, dal Benevento al Napoli, il Grifo giocherà palla terra già da Perin. Ci vorrà coraggio e abitudine e, per chi tifa, le coronarie di cemento armato.
Raffaele Palladino è tornato al Pio-Signorini. L’intervento che ha risolto la patologia tiroidea è superato: sorrisi per lui, qualche saluto a chi gridava il suo nome dalle tribune, poi in palestra a riprendere il cammino interrotto qualche giorno fa in Austria.
