QUI PEGLI: Genoa, l’importanza della preparazione

Sessione suddivisa tra palestra e campo. Mister Juric ha completato i lavori alle 12:30 dopo quasi due ore di allenamenti con la palla

Uno scatto di Pianetagenoa1893.net dal Pio-Signorini di Pegli

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Attendendo il Genoa, impegnato inizialmente in palestra, chi scrive veniva colpito da un raptus neologico, senza dubbio cagionato dal sole a picco sulle gradinate in cemento. I tifosi rossoblù costantemente presenti al Pio-Signorini appartengono al regno dei pegliferi, esseri viventi che vedono il centro sportivo di Pegli il loro habitat naturale. Perciò, oggi, i pegliferi erano una rappresentanza sparuta, decimata rispetto a ieri a causa dell’orario dell’allenamento (ore 10).

Palladino ha ripreso a correre tra allunghi, accelerazioni e giri di campo a ritmo più blando. L’attaccante campano non ha lavorato con il gruppo avendo concluso l’iter palleggiando in solitudine di fronte alla griglia. I due terzi della squadra ha fatto molto lavoro tattico con Juric dopo qualche esercizio di conduzione palla e scarico agli ordini dei mister Corradi, Murgita e Ostojic. Il tecnico di Split ha insistito sulla pressione e il posizionamento della difesa: nel suo calcio i centrocampisti devono accorciare con convinzione il portatore di palla mentre i centrali non devono marcare a uomo. É il cervello che comanda il corpo.

Qualche incertezza per Muñoz nelle uscite laterali da sinistra. Il Chiquito soffre lo spostamento rapido sull’ala avversaria che s’infila alle spalle del laterale di centrocampo: una zona di campo che può portare a dolori contro squadre abituate ad aprire, come il Genoa, il fronte d’attacco. Con il ripetersi degli esercizi la situazione è migliorata. Sempre interessante il destro di Matteo Paro, entrato nello staff rossoblù come analista, impiegato da mister Juric come crossatore, prima dalla trequarti campo poi dai trenta metri (in quest’ultimo caso la difesa deve muoversi in blocco rapidamente in avanti).

Con i restanti sette calciatori Juric ha lavorato sulla finalizzazione. Morosini-Ninkovic a sinistra, Pandev-Rigoni a destra dovevano suggerire a Galabinov e Simeone il passaggio con una palla filtrante o un controllo orientato. L’ultimo passaggio sui venti metri, se forte e preciso, è decisivo per mandare in porta l’attaccante.

La morale di questo lungo e interessante allenamento? Nel calcio la preparazione è tutto, in posizionamento come in conclusione.

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